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Scisma nell’anglicanesimo: l’80% rompe con Canterbury

La nomina di Sarah Mullally ad arcivescovo di Canterbury ha provocato la rottura definitiva: il GAFCON dichiara una nuova comunione anglicana mondiale.

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Redazione (21/10/2025 10:59, Gaudium Press) A poche settimane dall’annuncio della nomina di Sarah Mullally, vescovo anglicano ed ex infermiera britannica, a nuovo arcivescovo di Canterbury, la Comunione anglicana si è definitivamente spaccata. La Global Anglican Future Conference (GAFCON), che raggruppa circa l’80% degli anglicani praticanti nel mondo, ha comunicato ufficialmente la sua rottura con Canterbury e la riorganizzazione della Comunione anglicana sotto la propria guida.

L’annuncio è stato reso noto tramite una lettera firmata dall’arcivescovo Laurent Mbanda, primate del Ruanda e presidente del Consiglio dei Primati della GAFCON. In essa si dichiara la creazione della Comunione Anglicana Globale, un nuovo corpo ecclesiale che si considera fedele all’eredità originale dell’anglicanesimo e alla Dichiarazione di Gerusalemme del 2008.

“Oggi quel futuro è arrivato. I nostri primati si sono riuniti per adempiere al nostro mandato di riformare la Comunione anglicana. Non abbiamo abbandonato la Comunione anglicana; noi siamo la Comunione anglicana”, afferma l’arcivescovo Mbanda nella sua lettera.

Il fattore scatenante: l’elezione di Sarah Mullally

Il 3 ottobre 2025, la Commissione per le Nomine della Corona, con l’approvazione di re Carlo III, ha nominato Sarah Mullally 106° arcivescovo di Canterbury, diventando la prima donna a ricoprire questa carica. La sua elezione è stata celebrata come un passo storico verso l’inclusione e l’uguaglianza all’interno della Chiesa anglicana. Mullally, ex infermiera e attuale vescovo di Londra, è stata riconosciuta per la sua sensibilità pastorale e per la sua difesa di una Chiesa più aperta alle trasformazioni culturali contemporanee.

Da parte cattolica non sono mancate espressioni di cortesia. Il cardinale Vincent Nichols, presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, ha espresso «un saluto amichevole e pieno di speranza per il rafforzamento dell’unità ecumenica». Ma la nomina ha intensificato le vecchie divisioni all’interno del mondo anglicano.

L’ordinazione delle donne, la reinterpretazione del matrimonio e le politiche di genere stavano generando un crescente malcontento tra le province più conservatrici, specialmente in Africa, Asia e America Latina, che accusano Canterbury di abbandonare la centralità della Bibbia e di cedere alle correnti progressiste.

Il GAFCON si dichiara essere la vera Comunione anglicana

Nel suo comunicato intitolato Il futuro è arrivato, il GAFCON annuncia una riorganizzazione totale della Comunione anglicana. Il nuovo ordine ecclesiale si baserà su un unico principio: la Bibbia come fondamento della comunione.

“La Comunione Anglicana sarà riorganizzata, con un unico fondamento di comunione, vale a dire la Sacra Bibbia, ‘tradotta, letta, predicata, insegnata e obbedita nel suo significato letterale e canonico, rispettosa della lettura storica e consensuale della Chiesa’”, cita il documento, riferendosi alla Dichiarazione di Gerusalemme del 2008.

I leader del GAFCON rifiutano i cosiddetti Strumenti di Comunione – l’arcivescovo di Canterbury, la Conferenza di Lambeth, il Consiglio Consultivo Anglicano (ACC) e la Riunione dei Primati – accusandoli di aver fallito nel mantenere la dottrina e la disciplina della Comunione Anglicana.

Esortano inoltre tutte le province anglicane a eliminare dalle loro costituzioni ogni riferimento alla comunione con la sede di Canterbury e a recidere i legami amministrativi e finanziari con l’ACC.

“Non possiamo continuare a essere in comunione con coloro che sostengono l’agenda revisionista, che ha abbandonato la Parola immutabile di Dio come autorità finale”, sottolinea la dichiarazione.

D’ora in poi, le province fedeli al GAFCON formeranno un Consiglio dei Primati, che eleggerà un presidente sotto la figura di primus inter pares (primo tra pari). Questo organo presiederà le deliberazioni della nuova Comunione Anglicana Globale, il cui primo grande appuntamento sarà la Conferenza dei Vescovi G26, in programma dal 3 al 6 marzo 2026 ad Abuja, in Nigeria.

La dimensione storica dello scisma

La rottura, sebbene formalizzata solo ora, era in gestazione da oltre due decenni. Fin dai primi anni 2000, le province anglicane del sud del mondo avevano espresso il loro dissenso rispetto alla direzione dottrinale della Chiesa d’Inghilterra e delle chiese nordamericane, specialmente dopo l’accettazione dell’ordinazione delle donne vescovo e del matrimonio tra persone dello stesso sesso.

La prima Conferenza Globale sul Futuro Anglicano (GAFCON) nel 2008, tenutasi a Gerusalemme, aveva avviato il processo di riorganizzazione dell’anglicanesimo contemporaneo. In quell’occasione era stata redatta la Dichiarazione di Gerusalemme, un documento che da allora è servito come manifesto di fedeltà alla tradizione riformata e all’autorità biblica.

“Di fronte alla mancanza di pentimento da parte di alcuni dei più alti leader della Comunione anglicana, abbiamo continuato a pregare per un futuro per gli anglicani fedeli, in cui la Bibbia fosse riportata al centro della Comunione”, ha scritto Mbanda ricordando quel processo.

Ora, quel processo culmina con una separazione esplicita che ridefinisce la mappa dell’anglicanesimo mondiale.

Il ruolo di re Carlo III

Resta da vedere come reagirà re Carlo III, che, in qualità di monarca britannico, è anche Governatore Supremo della Chiesa d’Inghilterra. Sebbene il suo ruolo sia principalmente cerimoniale, la Costituzione gli conferisce alcune funzioni formali:

  • Nominare ufficialmente (su proposta del primo ministro) i vescovi e gli arcivescovi.
  • Giurare, al momento dell’incoronazione, di difendere la fede anglicana e preservare la Chiesa d’Inghilterra.
  • Guidare simbolicamente la Chiesa come suo protettore temporale.

Tuttavia, l’autorità spirituale e dottrinale spetta all’arcivescovo di Canterbury e al Sinodo Generale della Chiesa d’Inghilterra.

La sfida per Carlo III sarà più simbolica che politica: dovrà rappresentare la continuità istituzionale di una Chiesa che ha appena perso la comunione con la stragrande maggioranza dei suoi fedeli nel mondo.

Due visioni inconciliabili

Lo scisma anglicano è sia amministrativo che teologico. Da un lato, una visione che cerca di adattare la fede ai valori contemporanei; dall’altro, una visione che difende l’interpretazione letterale e tradizionale delle Scritture.

La nomina di Mullally ad arcivescovo è diventata l’emblema della prima corrente, mentre GAFCON rappresenta la seconda. Quella che per anni è stata una tensione silenziosa tra progressisti e conservatori si è finalmente trasformata in una rottura strutturale.

«Oggi quel futuro è arrivato, noi siamo la Comunione Anglicana Globale», conclude la lettera di Mbanda.

Con questa dichiarazione, la storia dell’anglicanesimo entra in una nuova era: due comunioni, due visioni e una stessa origine che ora si biforca in modo irreversibile.

Con informazioni da Infocatólica

 

 

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