“Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita”
Lunedì della XXIX settimana del T. O.
19 ottobre, san Paolo della Croce
Lc 12, 13-21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
COMMENTO
“Tenetevi lontani dalla cupidigia”: ecco oggi il monito di Gesù per ognuno di noi. Esaminiamo la nostra coscienza per vedere se e quanto è attaccata ai beni materiali.
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La parabola del brano odierno è diretta e affilata come una freccia, e va dritta al cuore degli uomini.
La vita umana può essere indirizzata alle cose della terra o a quelle del cielo. Nel primo caso, man mano che ci scopriamo fragili, soprattutto col passare degli anni – la salute precaria, la propria sussistenza materiale, i pericoli della vita, ecc. – ci sentiamo spinti ad avere e accumulare denaro e proprietà, investendo così la nostra sicurezza nel futuro.
Nella prospettiva soprannaturale invece, l’uomo rimette tutta la sua fiducia in Dio e riposa in pace, consapevole che il Padre del Cielo non mancherà mai. Abbiamo tanti esempi, basta pensare a San Francesco. Questo atteggiamento, però, non porta alla pigrizia. Bisogna adoperare tutti i mezzi umani per riuscire a vivere con dignità e semplicità, ma alla fine, sarà il Signore a provvedere. Come insegna Sant’Ignazio, dobbiamo fare tutto come se il risultato dipendesse solo da noi, consapevoli, alla fine, che tutto è concesso dal Signore.
Perciò Gesù ci insegna: “fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede”.
Infatti, il limite della morte ci rimette al nostro posto. Alla fine, i soldi non possono salvare nessuno, il nostro soffio vitale dipende da Dio, è Lui che decide il come e il quando. Alla luce del nostro ultimo traguardo, riflettiamo su noi stessi, e domandiamoci con sincerità se confidiamo nella Provvidenza Divina o se, piuttosto, viviamo angosciati o attaccati ai beni temporali che oggi ci sono, ma l’indomani non si sa.
La Santissima Vergine Maria, pienamente affidata alla paterna cura di Dio, ci insegni a vivere poveri in spirito, per poter ereditare il Regno dei Cieli.
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