Tensioni per le dimissioni del Card. Damasceno con la Prefetta Sr. Brambilla?
Gli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto la Prefetta del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, suor Simona Brambilla, e il cardinale Raimundo Damasceno Assis sembrano illustrare il percorso di un commissariamento: confuso, affrettato e segnato da errori.

Redazione (26/11/2025 17:17, Gaudium Press) La Rev.ma Suor Simona Brambilla, prima donna a capo di un Dicastero del Vaticano, ha ereditato il compito di gestire gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, e le migliaia dei loro membri.
La sua posizione sta tuttavia consolidando un modo di agire restrittivo e poco incline all’ascolto, abbastanza affine a quello del precedente prefetto, il cardinale João Braz de Aviz, e che non ha smesso di destare sospetti.
Le vicende legate al Commissariamento degli Araldi del Vangelo – già ampiamente divulgate dalla stampa cattolica – hanno evidenziato tale modus operandi caratterizzato dalla mancanza di trasparenza e da irregolarità canoniche.
In tal senso, la recente richiesta di dimissioni del cardinale Raymundo Damasceno Assis da Commissario Pontificio degli Araldi del Vangelo, indirizzata a suor Simona Brambilla, [1] sembra avere svelato l’insoddisfazione del cardinale brasiliano nei confronti del Dicastero Romano, evidenziando una svolta senza precedenti in tutta questa vicenda.
Infatti, dopo un lavoro approfondito di monitoraggio da parte del Cardinale Damasceno, sintetizzato in una relazione di circa sessanta pagine con una ricca documentazione allegata [2], che mirava a chiudere il Commissariamento, l’atteggiamento del Dicastero è stato preoccupante: suor Simona Brambilla non ha nemmeno voluto ricevere l’Eminentissimo Cardinale a Roma e ha delegato una segretaria a farlo.
Ma, al di là di questo atteggiamento sfuggente, ha causato maggiore perplessità il fatto che la Prefetta, alcuni giorni fa, abbia rinviato la richiesta di dimissioni dello stesso cardinale Damasceno, generando grande sconcerto.
Ora, il disaccordo tra Suor Simona e il Cardinale Damasceno rivela non solo una disarmonia di punti di vista – in gioco tra il diritto canonico e una concezione ideologica –, ma, soprattutto, indica una situazione di disarmonia nella gerarchia vaticana.
Infatti, spinti a volte da una certa ingenuità, siamo portati a credere che le attività in quei dicasteri si svolgano ancora in modo organizzato e ben strutturato come un tempo; tuttavia, i fatti sembrano dimostrare il contrario.
Cito un piccolo esempio.
Il suddetto comunicato di non accettazione delle dimissioni del cardinale Damasceno, firmato dalla Prefetta del Dicastero, la Rev.ma Suor Simona Brambilla, e dalla segretaria, la Rev.ma Suor Tiziana Merletti, era caratterizzato da errori elementari di battitura e di lingua: la parola commissario (in italiano) si scrive con due “m”; pontificio non ha l’accento, nella stessa lingua (si potrebbe pensare che si tratti della lingua portoghese, ma anche in questo caso mancherebbe l’accento in “comissário”), e inoltre secretario è scritto in spagnolo e non come si scrive in italiano…

Tuttavia, un errore ancora più grave, di natura materiale, è il fatto che l’Associazione Privata dei Fedeli Araldi del Vangelo sia stata considerata come Associazione Pubblica. In altre parole, un’indiscutibile incompetenza canonica. [3]
Improvvisamente, l’atteggiamento inaspettato del cardinale brasiliano ha colto di sorpresa molti, compreso lo stesso Dicastero, che era intenzionato a prolungare indefinitamente la situazione di “stallo” in cui si trovavano le cose, provocando una risposta prematura e redatta in fretta.
Comunque sia, e presumibilmente senza volerlo, rinviando “di alcuni mesi” la presentazione delle dimissioni del cardinale Damasceno, suor Brambilla offre al cardinale la possibilità di far prevalere, al termine di una lunga carriera ecclesiastica, la virtù che dovrebbe caratterizzare tutti coloro che sono coinvolti in questa vicenda, ovvero la giustizia.
Tuttavia, una volta “scoperchiato il vaso”, suor Brambilla sarà disposta ora ad ascoltare ciò che ha da dirle il Commissario Pontificio che ha accompagnato l’Istituzione negli ultimi sei anni?
Il fatto è che la chiusura al dialogo da parte del Dicastero guidato da suor Simona si è inasprita giorno dopo giorno nei confronti degli Araldi e persino dello stesso Cardinale Damasceno, visto che non si ottiene più alcun tipo di risposta, qualunque sia la natura della questione, nemmeno per discutere la relazione conclusiva del Commissariamento, fornita più di sei mesi fa dallo stesso Commissario. Dov’è quell’«ascolto attento» come segno per la vita consacrata? [4]
Tali atteggiamenti, in definitiva, finiscono per illustrare quanto questo Commissariamento sia stato (e continui ad essere) precipitato nel vuoto.
Ma in tutto questo groviglio è importante confidare nelle parole così appropriate pronunciate dal Santo Padre Leone XIV nella sua recente catechesi: «La pace che Gesù porta è come un fuoco e ci chiede molto! Ci chiede, prima di tutto, di prendere posizione. Di fronte alle ingiustizie, alle disuguaglianze, dove la dignità umana è calpestata, dove i fragili sono privati della parola: prendere posizione. Sperare è prendere posizione! Sperare è comprendere nel cuore e mostrare negli eventi che la realtà non deve continuare come prima. Anche questo è il fuoco buono del Vangelo!» [5]
Quale posizione prenderanno coloro che, finora, si sono mostrati sordi all’ascolto? Presteranno almeno orecchio agli insegnamenti di Leone XIV?
Dopo aver subito lunghi anni di discredito che sfiorano i limiti della malafede, le vere vittime di tutta questa vicenda affermano chiaramente che «non si può continuare come prima», perché altrimenti il sistema creato per zittire e mettere a tacere i membri sani della Chiesa finirebbe per danneggiare la Chiesa stessa.
E danneggiare la Chiesa significherebbe, in ultima analisi, non rendere giustizia.
Di Thiago Corrêa
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[1] Secondo quanto disposto dal Codice di Diritto Canonico (cfr. can. 187): «Chi è nel pieno possesso delle sue facoltà mentali può, per giusta causa, rinunciare a un ufficio ecclesiastico».
[2] Secondo il comunicato stampa diffuso dagli Araldi del Vangelo: «Il documento raccoglie tutti i punti sollevati durante l’intervento, sia in ambito finanziario, con le opinioni di Monsignor Nereudo Freire Henrique — allora Tesoriere della CNBB —, in ambito giuridico, con le opinioni del dottor Hugo José Sarubbi Cysneiros — consulente legale del Commissariamento, che ricopre lo stesso incarico anche nella CNBB e nella Nunziatura Apostolica del Brasile — o, infine, altre questioni relative al Commissariamento, come la richiesta di ordinazione dei diaconi, tra le altre». (cfr. https://www.arautos.org/arautos/o-porque-do-livro-sobre-o-comissariado-dos-arautos-silencio-prolongado-duvidas-inevitaveis)
[3] Sebbene si tratti di semplice corrispondenza e non di un decreto, lo stesso Dicastero aveva già commesso un errore canonico simile in precedenti decreti del Commissariamento, che ha comportato l’invalidità del loro contenuto. Questo importante dettaglio può essere verificato nel libro “Il Commissariamento degli Araldi del Vangelo”.
[5] Leone XIV. Catechesi. Piazza San Pietro, 22 novembre 2025. https://www.vatican.va/content/leo-xiv/pt/audiences/2025/documents/20251122-udienza-giubilare.html. (Corsivo personale).





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