Un energumeno ha quasi ucciso i frati del convento di Gilet
È stato arrestato nelle prime ore di domenica mattina. Ha precedenti penali. Consumatore abituale di tusi e cocaina.
Monastero di Santo Spirito del Monte – Foto: Rivista Ecclesia
Redazione (11/11/2024 20:54, Gaudium Press) Gilet è un comune di 4.000 abitanti nel nord della Spagna, poco a nord di Valencia, ultimamente zone coinvolte dalle catastrofiche inondazioni causate dalla DANA. Vi si trova il convento francescano di Santo Espiritu del Monte, un luogo di quiete e di spiritualità caratteristico dei Frati Minori, a cui accorrono molte persone.
È sabato mattina, 9 novembre, e tutto il paese e più ancora Valencia stanno cercando di far fronte alle terribili conseguenze dell’acqua, del fango e della melma. Ciò impegna l’attenzione della gente.
Tuttavia, un personaggio oscuro si aggira tra le mura del chiostro, un pazzo, che non pensa ad aiutare, a salvare, ma nella sua folle furia vuole solo aggredire. Uccidere.
“Vado a uccidere i frati”, “Io sono Gesù Cristo”, grida mentre si introduce furtivamente nel monastero con un bastone e una bottiglia, cercando i frati nelle loro stanze per poi picchiarli. I religiosi avevano appena fatto colazione e si trovavano nelle loro celle per organizzare le attività della giornata. Invece Fra’ Angel di robusta corporatura, che era ancora di sotto, sentendo le urla, è salito nelle stanze e ha affrontato l’aggressore con il quale ha lottato, ma quest’ultimo, vigliacco di fronte alla resistenza, è fuggito. L’aggressore ha lasciato dietro di sé una scia di feriti. Uno di loro, di 76 anni, ha subito un grave trauma cranio-encefalico e, sebbene sia stato ricoverato tempestivamente all’Hospital Clínico de València, versa in condizioni critiche con prognosi riservata.
Altri tre frati stanno ricevendo cure mediche nel monastero per ferite di varia gravità. Uno di loro, più che anziano, a 95 anni riceve ferite per amore di Cristo.
Troppe ore passano nell’indignazione; le forze di sicurezza, dopo aver raccolto testimonianze che descrivono il quasi assassino, si mettono sulle sue tracce, ma non lo trovano: si tratta di un uomo alto circa 1,80, anche lui corpulento, con le braccia piene di tatuaggi, rughe molto marcate sul viso.
Ieri, però, la polizia aveva già dato le notizie: aveva arrestato nelle prime ore del mattino Javier B.C., 46 anni, che aveva espresso chiaramente il suo odio per la religione cristiana, aveva precedenti per violenza di genere e pare avesse avuto qualche problema con i frati. È un consumatore costante di tusi e cocaina, elementi che completano il quadro. Dopo diverse segnalazioni di vicini, tra cui un ex poliziotto, che corrispondevano al profilo tracciato, è stato arrestato in un appartamento che aveva occupato a Puerto de Sagunto e poi è stato consegnato alla Guardia Civil, che lo ha trasferito nei locali della caserma di Puçol.
Sebbene alcune voci parlino di un precedente incontro con i francescani, per la gente del posto l’aggressore era un perfetto sconosciuto. “Tutti sono rimasti sorpresi perché non era conosciuto né in casa né dalla gente”, ha detto il sindaco Gilet.
Infine, lo stesso provinciale francescano, in un comunicato, ha sollecitato il potenziamento della sicurezza nei monasteri. Un monito che potrebbe essere esteso a tutte le comunità religiose.
Sembra che l’odio dello spirito del male nei confronti della Chiesa non possa essere contenuto, e che stia cominciando a servirsi di “strumenti”, di “tossicodipendenti”, o di qualsiasi tipo di “strumenti” trovi a portata di mano, per dimostrare la sua sempre più viva inimicizia eterna contro i figli del Risorto. Attenzione…
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