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Un metodo semplice per non annoiarsi durante la messa

La messa come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica dovrebbe essere vissuta come il culmine della nostra vita ma alcuni si “annoiano” durante la celebrazione. Ecco un metodo semplice per non annoiarsi.

 Altare

Rita Sberna (28.08.2022 14:13, Gaudium Press) La messa è l’incontro con Cristo fattosi carne e sangue per noi, andare a messa vuol dire andare ad incontrarsi con il Re dei re, ascoltando per prima la Parola di vita eterna e poi comunicandosi con Lui.

Esiste un vecchio metodo del venerabile Bruno Lanteri, un prete cattolico che ha scritto un testo sul modo di vivere la santa messa.

Il metodo Lanteri

Egli scelse delle figure bibliche che lo accompagnassero in ogni parte della messa.

A seguire il testo:

Quando entrerò in chiesa, immaginerò di vedere Simeone che venne al Tempio, condotto dallo Spirito Santo, per la presentazione e la circoncisione di Gesù; oppure immaginerò di vedere un altro santo fervoroso. 

Durante la messa, durante i riti penitenziali, ricercherò i sentimenti e il cuore stesso dell’esattore delle tasse (Lc 18,13). 

Durante il Gloria, i sentimenti degli angeli. 

Durante le Orazioni, quelli di un ambasciatore inviato dalla Chiesa. 

Durante le Letture e il Vangelo, quelli di un discepolo. 

Durante la professione di fede, quelli dei martiri. 

Durante la preparazione delle oblate, quelli di Melkisedek (Gen 14,18-20). 

Durante il Prefazio, quelli della Corte Celeste. 

Durante la consacrazione, quelli di Cristo. 

Durante il Pater Noster, quelli di un mendicante che chiede a Dio ciò di cui ha bisogno. 

Durante l’Agnus Dei, quelli del colpevole bisognoso di perdono. 

Durante la Comunione, quelli dell’amante. 

Durante le parole “la messa è finita, andate in pace”, quelli di un apostolo. 

Lascerò allora l’altare come se avessi il cuore in fiamme. 

 La preparazione di un prete alla messa

 Sempre nel metodo Bruno Lanteri leggiamo:

Prima che la messa cominci, penso a quel che accadrà all’altare tra me, il Padre Eterno e il suo Figlio unico. Penso ai quattro motivi della messa (l’adorazione, la contrizione, l’azione di grazie e la supplica). Parlo quindi a ciascuna delle tre persone della Trinità. Chiedo perdono per i miei peccati, chiedo le virtù di cui ho bisogno e domando a Maria e a Giuseppe di insegnarmi come comportarmi con Gesù. Chiedo al mio Angelo Custode di assistermi all’altare, e formulo l’intenzione per la messa. 

Possiamo prendere spunto da questo testo per potere vivere la messa come un incontro, cacciando via la noia e quindi essere infervorai in quell’ora da veri cristiani e figli di Dio.

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