Venerdì Santo: si celebra la Passione di Nostro Signore
In lutto per la morte del suo Sposo divino, la Santa Chiesa non rinnova il Sacrificio eucaristico il Venerdì Santo, ma nutre e santifica i fedeli con la celebrazione della Passione del Signore, una cerimonia che si compone di tre parti: Liturgia della Parola, Adorazione della Santa Croce e Comunione eucaristica.
Redazione (18/04/2025 13:33, Gaudium Press) Quando, dall’alto della Croce, Nostro Signore consegnò la sua anima al Padre, tutto il cielo si oscurò, la luce perse il suo splendore: era l’universo creato che manifestava il suo lutto per la morte dell’Uomo-Dio.
Tuttavia, questi fenomeni non erano che un simbolo della commozione che invade il Corpo Mistico di Cristo quando contempla l’olocausto del suo Capo. Se anche il sole si oscurasse, la Santa Chiesa cattolica non mostrerebbe forse un profondo dolore davanti al Crocifisso?
È proprio a causa di questo incommensurabile dolore che, fin dai tempi apostolici, il sacrificio dell’altare non si celebra il Venerdì Santo. Mistico sole nel firmamento delle anime, la stessa Santa Messa brilla di note di gioia, illuminando le anime e riscaldando i cuori. Così, piangendo la morte del suo Sposo Divino, la Santa Chiesa non rinnova il Sacrificio Eucaristico in questo giorno, ma nutre e santifica i fedeli con la celebrazione della Passione del Signore, una cerimonia composta da tre parti: Liturgia della Parola, Adorazione della Santa Croce e Comunione Eucaristica.
Prima della crocifissione e della morte di Nostro Signore Gesù Cristo, il mondo antico era in uno stato di caos sconvolgente, sia politico che morale. Rivoluzioni e guerre scoppiavano ovunque, tiranni e despoti schiavizzavano interi popoli, la crudeltà dominava la terra, e tutto questo non era altro che l’effetto della sregolatezza di una società abbandonata all’orgoglio e alla sensualità. Anche tra il popolo eletto, tra le mura benedette del Santuario, la luce della Fede e il profumo della purezza dei comportamenti non si trovavano quasi mai.
Solo quando la Croce fu conficcata nella terra, esponendo l’Agnello Immolato, le anime orfane, i peccatori pentiti e gli uomini retti e di buona volontà trovarono la giusta direzione, il porto sicuro, il vero nord della loro esistenza. La Croce era allora l’unica vera speranza, la roccia incrollabile, la sicurezza dei buoni.
Mentre le onde si innalzano e infuria la tempesta sul mare del mondo e si scatenano venti impetuosi, la Croce rimane salda e trionfante! Solo chi rimane accanto ad essa, come la Beata Vergine, e sa abbracciarla, al pari del Divino Salvatore, attingendo forza dal Sangue Divino che scende sul legno, sarà vittorioso.
Liturgia della Parola
Nella Liturgia della Parola incontriamo la figura infinitamente maestosa di nostro Signore Gesù Cristo, che ha preso su di sé i peccati di tutto il mondo. Secondo le parole di San Pietro, Gesù andava per il mondo “facendo del bene e guarendo tutti coloro che erano oppressi dal demonio”. Tuttavia, le reazioni alla bontà del Redentore furono molto diverse.
Nel corso della storia, le persone hanno dovuto definire sé stesse in termini di bene e male. Non c’è mai stata, né mai ci sarà, una neutralità legittima. E nella liturgia di oggi sono personificati i diversi atteggiamenti dell’umanità nei confronti di questa posizione.
Ci sono senza dubbio i farisei e i sadducei: sepolcri imbiancati, lupi travestiti da pecore, malvagi travestiti da giusti. Ci sono gli Erode, schiavi delle loro passioni. Ci sono anche gli ingrati, che seguono le orme della folla assetata del Sangue di Colui che ha compiuto tanti miracoli e prodigi in mezzo a loro.
Non mancano i Pilato timorosi e i Giuda disposti a vendere a qualsiasi prezzo il prezzo infinito della salvezza.
E quanti sono come gli apostoli! Dichiarandosi presuntuosamente fedeli, fuggono quando si avvicina la persecuzione, abbandonano Gesù nelle mani dei malvagi e lo rinnegano per rispetto umano…
E noi? In quale categoria rientriamo di fronte alla passione che si ripete oggi nel Corpo mistico di Cristo?
Oggi la Chiesa ci apre un cammino, perché accanto alla croce c’era la Madre dolorosa. Maria è in piedi, fedele e risoluta davanti al Figlio crocifisso. Al suo fianco c’è posto per Giovanni, il discepolo amato, e per Maria Maddalena, pentita delle sue colpe. Facciamo compagnia alla Vergine. Sotto il suo manto la Chiesa si manterrà viva e noi saremo sempre fedeli!
Adorazione della Santa Croce
Tendendo le mani verso il frutto dell’albero proibito, Adamo introdusse il peccato nel mondo, e con il peccato entrò anche la morte. Dal frutto pendente di un altro albero, invece, viene la salvezza, perché l’albero della Croce è diventato la ragione della nostra immortalità.
Inondandola abbondantemente del suo preziosissimo Sangue, Nostro Signore ha associato la Croce all’opera della nostra redenzione. Per questo la Chiesa gli tributa un culto partecipativo di adorazione. In questo rito liturgico, viene portata sull’altare, dove sarà presentata tre volte per la nostra adorazione.
Come Sacerdote, Profeta e Re, Nostro Signore Gesù Cristo è stato oltraggiato in ognuno di questi attributi durante la sua Passione. La Chiesa chiede quindi ai fedeli cattolici di compiere tre atti di riparazione:
– per la regalità del Salvatore, coronato di spine e vestito di una tunica di porpora nel palazzo di Pilato, mentre i soldati schernivano di Sua Maestà;
– per la sua profezia, testimoniata dalle sue opere, ma rifiutata dal popolo ebraico quando si rifiutò di accettarlo come guida, dichiarando che avrebbero preferito avere Cesare come re piuttosto che essere governati da Cristo;
– per il suo sacerdozio, odiato nella casa di Caifa e poi nel Sinedrio, dove lo accusarono di blasfemia e lo maledissero per essersi dichiarato Figlio di Dio.
Comunione eucaristica
Anche quando il corpo del Redentore giace nel sepolcro, la Chiesa afferma la sua immortalità, perché distribuendo la Santa Comunione ai fedeli, proclama la sua fede nella Risurrezione.
Ricevendo Cristo, la Vittima dell’espiazione dei nostri peccati, come cibo, ci viene data la forza di combattere ogni battaglia. Nel rinnovo del suo Sacrificio, Gesù ci dà il pegno del nostro trionfo, perché l’Eucaristia è il Sacramento della Vittoria.
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