Vescovo di Orihuela-Alicante: il socialismo porta i popoli alla morte
Il vescovo di Orihuela-Alicante ha definito il socialismo “un’ideologia nemica della Croce” e che la crisi può essere risolta con un rinnovamento della santità.
Redazione (19/11/2024 14:32, Gaudium Press) José Ignacio Munilla, vescovo di Orihuela-Alicante,è intervenuto sabato scorso al 26° Congresso Cattolici e Vita Pubblica, dove in particolare ha affermato che il male principale del nostro tempo è che “siamo diventati nemici della Croce, il che ha portato a una crisi dilagante: culturale, antropologica, politica, ecclesiale…”.
Durante la conferenza “Pensare e agire in tempi di incertezza”, Munilla ha sottolineato che “questa progressione e questa imposizione sistematica di un nuovo tipo di società, non potremo affrontarla solo con la denuncia e l’alternanza politica, ma è necessario un movimento di conversione. Usciremo da questa crisi solo attraverso un rinnovamento della santità”.
Su questa linea, ha continuato: “Ciò richiede un cambiamento di visione del mondo in cui passiamo dall’essere nemici della Croce all’essere il popolo della Croce. Senza la Croce non c’è gloria; c’è un grande errore che è quello di operare una dicotomia tra la Croce e la felicità; la Croce ci porta alla gloria, e la gloria è la felicità piena”.
Di fronte a questa impotenza dovuta al disordine sociale, il vescovo di Orihuela-Alicante ha bollato il socialismo come “un’ideologia nemica della Croce”, che “ha fatto di queste correnti sociologiche e politiche la tomba dei popoli, in cui ‘papà Stato’ risolve tutti i problemi, dimenticando di fare appello al sacrificio e all’impegno”. Allo stesso modo, Munilla ha sottolineato che questo tipo di ideologia sta generando una “crisi antropologica, elevata a categoria di diritto e norma suprema, che mira a ribellarsi all’ordine naturale, convertendo le ferite in diritti, invece di accettare le ferite affettive, frutto della disintegrazione della famiglia”.
In questo senso, il vescovo ha sottolineato come il pensiero mondano “si sia infiltrato in tutti noi”. “Stiamo cercando di compensare il vuoto interiore dell’uomo con il consumismo e il materialismo; fuggendo dall’impegno affettivo e dall’apertura al dono della vita; e la sofferenza viene trattata come qualcosa di incompatibile con la dignità umana: questo mondo soffre tanto per non voler soffrire, per fuggire dalla Croce di Cristo”.
Il Congresso si è concluso, domenica 17 novembre, con la partecipazione dello scrittore e filosofo Fabrice Hadjadj, che ha tenuto la conferenza di chiusura (ore 12:00) dal titolo: “La sfida di vivere in questo tempo”. A seguire, la cerimonia di chiusura.
Con informazioni di InfoCatólica
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