San Pio da Pietrelcina, apostolo della Confessione
Il 23 settembre si celebra la memoria di San Pio da Pietrelcina, dell’ordine dei Frati Minori Cappuccini, straordinario taumaturgo e apostolo del sacramento della Confessione. Trascorreva dalle dieci alle quindici ore al giorno amministrando il Sacramento della Riconciliazione. A lui, ad un certo punto, fu addirittura proibito di celebrare la Messa quotidiana in pubblico.
Redazione (23/09/2025 14:05, Gaudium Press) Pietrelcina è una cittadina del sud Italia, circondata da terre fertili ma rocciose. Ancora oggi è possibile passeggiare per le sue stradine strette e dal selciato irregolare, respirando l’atmosfera dei tempi passati.
Il 25 maggio 1887, vi nacque un bambino, battezzato con il nome di Francesco, che con il passare degli anni sarebbe diventato famoso in tutto il mondo.
Si tratta del “martire” del confessionale, che possedeva il dono di leggere nelle coscienze e trascorreva dalle dieci alle quindici ore al giorno amministrando il Sacramento della Riconciliazione; del sacerdote perseguitato, al quale per oltre due anni fu proibito di celebrare la Messa quotidiana in pubblico, di ascoltare le confessioni e persino di dare consigli spirituali a coloro che li richiedevano; del religioso che ha mantenuto un obbediente silenzio di fronte a tale condizione; del frate cappuccino ricercato da folle provenienti da tutto il mondo: San Pio da Pietrelcina.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che egli ricevette sulle mani, sui piedi e sul costato il segno evidente, soprannaturale e doloroso delle stimmate, che segnarono la sua vita e il suo apostolato per cinquant’anni.
«Sono solo un povero frate che prega»
Su questo monaco stigmatizzato, che ha stupito e ancora stupisce il mondo intero, Papa Paolo VI disse: «Guardate quale fama ebbe Padre Pio! […] Ma perché? […] Perché celebrava umilmente la Messa, ascoltava le confessioni dal mattino alla sera ed era un rappresentante visibile delle stimmate di Nostro Signore. Era un uomo di preghiera e di sofferenza».
Uno dei suoi biografi riassume così la sua esistenza: «un inginocchiatoio, un altare, un confessionale». Queste tre parole indicano i luoghi dove trascorreva la maggior parte delle sue giornate, dedicate alla preghiera, alla celebrazione della Santa Messa e all’assistenza delle migliaia di penitenti che si inginocchiavano per chiedere perdono, ma anche come luce nel cammino della loro vita.
Padre Pio pregava in ogni momento e in ogni luogo. Era questa la fonte da cui traeva forza. «Cosa vogliono queste persone da me? Sono solo un povero frate che prega», diceva di sé stesso.
Viveva della Messa e per la Messa
Le Messe celebrate da Padre Pio erano uno spettacolo meraviglioso di pietà e fede. Saliva all’altare senza i guanti che normalmente coprivano i segni delle mani, e chi ha potuto contemplarlo in quelle occasioni non lo dimenticherà mai. I fedeli si radunavano davanti alla chiesa due ore prima dell’inizio del Santo Sacrificio, per occupare i primi posti, e tutti uscivano con una devozione accresciuta.
Si dice che Padre Pio vivesse della Messa e per la Messa. A questo proposito, negli anni ’50 l’ambasciatore francese presso la Santa Sede dichiarò: «Mai nella mia vita ho assistito a una celebrazione così sconcertante e, tuttavia, così semplice. […] La Messa assumeva non so quali proporzioni e diventava un atto assolutamente soprannaturale».
Più che per ascoltare le sue omelie, i fedeli accorrevano per partecipare alla celebrazione che era, di per sé, una predicazione. Tutti volevano avere un contatto con lui. Sulla strada verso l’altare o il confessionale, cercavano di toccarlo, si accalcavano intorno a lui, gli esponevano le loro tristezze, chiedevano consiglio.
Quando, nel settembre 1916, arrivò a San Giovanni Rotondo – al “convento della desolazione”, così chiamato da un cappuccino dell’epoca a causa del fatto che pochissimi fedeli frequentavano la sua chiesa – nessuno immaginava che, anni dopo, folle si sarebbero recate lì desiderose di assistere alle sue messe e di confessarsi. Desideravano ricevere consigli spirituali, risolvere problemi familiari o addirittura che accadesse loro un miracolo.
“Martire” del sacramento della Riconciliazione
Le testimonianze dei penitenti che si sono confessati con Padre Pio rivelano quanto fosse severo con chi non era consapevole della gravità del proprio peccato né determinato ad abbandonarlo e, allo stesso tempo, paterno, comprensivo e incoraggiante con chi si pentiva delle proprie debolezze.
Alcuni di coloro che accorrevano da lui si trovavano di fronte ad atteggiamenti forse sconcertanti, ma questo non li scoraggiava: tornavano invariabilmente a cercarlo. «È peccato, è peccato» – ripeteva a chi riceveva il sacramento della Riconciliazione – «Se non vuoi smettere di offendere Dio, cosa vieni a fare qui?».
I pellegrini di Padre Pio provenivano non solo dalle città vicine, ma anche da tutta Italia e dall’estero. Poiché il loro numero aumentava sempre di più, fu deciso di distribuire dei biglietti e di organizzare dei turni, arrivando, in alcuni giorni, a prolungare l’attività fino a sedici ore! Nel 1967 confessò circa quindicimila donne e diecimila uomini, circa settanta persone al giorno.
«Una moltitudine di anime assetate di Gesù si riversa su di me» – diceva ai suoi – «Non mi lasciano libero un momento». Il dono di leggere le coscienze e scrutare i cuori lo rese famoso: «Li conosco dentro e fuori», riconosceva. A coloro che non si confessavano da molto tempo, ricordava i loro peccati dimenticati.
Padre Pio trascorse gran parte della sua vita nel confessionale, ascoltando le miserie e i dolori umani con ammirevole pazienza. Può essere considerato un “martire” del Sacramento della Riconciliazione. “Mi sento bene, ma sono oberato da centinaia e migliaia di confessioni che ascolto giorno e notte. Non ho un attimo per me”, dichiarò una volta.
Inviato da Dio per convertire gli uomini
Esaurito dalla generosa dedizione verso i suoi fratelli, il cappuccino stigmatizzato spirò all’alba del 23 settembre 1968, con il volto sereno e il rosario tra le mani. Aveva ottantuno anni.
Benedetto XV, il Papa che governava la Chiesa quando la fama di Padre Pio cominciava a diffondersi in Italia, lo descrisse come «un uomo veramente straordinario, di quelli che Dio manda di tanto in tanto sulla terra per convertire gli uomini».
Il giorno della sua canonizzazione, San Giovanni Paolo II affermò: «Padre Pio è stato un generoso dispensatore della misericordia divina, sempre disponibile per tutti attraverso l’accoglienza, la direzione spirituale e, soprattutto, l’amministrazione del Sacramento della Penitenza».
- Fernando Néstor Gioia Otero, EP
Testo tratto dalla rivista Arautos do Evangelho n. 225 settembre 2020.
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