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Le disavventure della Giornata Mondiale della Gioventù

“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,15). Come ha potuto un ordine così diretto e semplice lasciare dubbi tali da essere disobbedito?

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Redazione (06/08/2023 15:11, Gaudium Press) Questa settimana il Portogallo ha ospitato la Giornata Mondiale della Gioventù e la stampa si è occupata dei punti più delicati sollevati dall’evento.

Già prima dell’inizio, un tappeto con immagini ingrandite di banconote da 500 euro è stato posto davanti all’altare dove Papa Francesco avrebbe celebrato la Messa. Poi c’è stato l’episodio del dono di una cassetta di vino Madeira al Pontefice, del valore equivalente a 18.500 reais, bollato come “osceno e incredibile”. E, infine, c’è stato un boom di accuse di pedofilia in questo Paese che si è distinto nel mondo cattolico per aver ricevuto la visita della Madonna di Fatima nel 1917.

Analizziamo il tutto nei suoi punti salienti: innanzitutto, questa ipocrisia di criticare il denaro speso per le cose di Dio non è né nuova né originale. Giuda Iscariota aveva già dato prova di questo comportamento, come si legge nei Vangeli: “Maria prese una libbra di balsamo di nardo puro di gran prezzo, unse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli. La casa si riempì del profumo del balsamo. Ma Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, quello che lo avrebbe tradito, disse: “Perché questo balsamo non è stato venduto per trecento denari e dato ai poveri?”” (Gv 12,3-5).

tappeto

Foto: screenshot/ twitter

L’artista che ha realizzato il tappeto ha giustificato il suo lavoro con il vecchio slogan secondo cui il Portogallo è uno Stato laico e non dovrebbe spendere soldi per “sponsorizzare il viaggio della multinazionale italiana” mentre “molte persone lottano per mantenere le loro case, il loro lavoro e la loro dignità”.

Il Vangelo di San Giovanni continua la narrazione, precisando che Giuda “disse questo non perché si preoccupasse dei poveri”, il che non dovrebbe discostarsi troppo dall’evento attuale e, pur non conoscendo l’artista, il quale è stato orgoglioso e molto soddisfatto del suo gesto e delle ripercussioni che esso ha avuto, non ho motivo di credere che si tratti di una persona disposta a usare la sua arte – o il suo denaro – per aiutare i poveri.

La risposta di Gesù fu che Giuda non la disturbasse e non la fermasse, “perché i poveri li avrete sempre con voi, ma non sempre avrete me”. (Gv 12,8).

Verrebbero mosse le stesse critiche se il destinatario del dono non fosse il Papa?

Con il dovuto rispetto, possiamo porre qui anche la questione del vino dato al papa, ricordando che Gesù fu molto criticato per aver mangiato con ricchi peccatori come Levi e Zaccheo, esattori delle tasse.

Questi sono i contrattempi del viaggio… Non entrerò nel merito del valore del vino o della cassetta in cui è stato posto, ma piuttosto della dignità di ciò che il papa rappresenta. E dubito anche che le stesse critiche sarebbero state mosse se il regalo fosse stato fatto a uno statista, a un politico o addirittura a un artista. Il problema non è il prezzo del vino, ma la religione.

La questione degli abusi sessuali è molto seria e ha rappresentato una grande ferita nel cuore della Chiesa. È una situazione che ferisce la Chiesa, ma non la discredita, pur trattandosi di atti di persone che fanno parte dell’istituzione. Infatti, non è la Chiesa a peccare, ma alcuni uomini che vivono nel suo seno. Come dicevamo, la questione è seria e ogni volta che un caso di pedofilia viene alla luce, rattrista profondamente il cuore di ogni cattolico, perché è una spina nel corpo di Cristo, che è immortale e sacro.

La Giornata riunisce centinaia di migliaia di giovani da tutto il mondo, eppure per i media questo sembra un dettaglio secondario; per noi cattolici è un fatto che riflette il futuro della Chiesa fondata da Gesù e sulla quale le porte degli inferi non prevarranno, secondo le sue stesse parole (cfr. Mt 16,18). Questi giovani rappresentano il futuro della Chiesa, la sua sopravvivenza e la trasmissione dei suoi insegnamenti.

Gesù è stato molto chiaro nel dare questo comando

Ed è qui che sorge un altro punto indigesto, un sassolino nella scarpa che ha dato fastidio ai piedi di molti, compreso il mio: una frase pronunciata alla vigilia dell’evento da un’autorità ecclesiastica coinvolta nell’organizzazione: “Non vogliamo convertire i giovani a Cristo o alla Chiesa cattolica o cose del genere”.

La domanda ovvia è: “Cosa vogliamo, allora?”.

Tenendo conto che la Giornata Mondiale della Gioventù è un evento per giovani cattolici, si potrebbero considerare queste parole in un’intervista un po’ fuori luogo, poiché si presume che chi partecipa a un evento del genere faccia già parte della Chiesa. Tuttavia, è preoccupante sentire una cosa del genere detta da un ministro di Gesù Cristo, una persona a cui, per la sua posizione, è stato ufficialmente assegnato il compito di evangelizzare.

Gesù è stato molto chiaro quando ha dato questo comando ai suoi discepoli, un comando al quale sono sottoposti tutti i sacerdoti, tutto il clero e, per estensione, tutti i cristiani: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,15).

Nostro Signore non ha usato mezzi termini o fatto concessioni. Non ha detto: “Dovete rispettare la credenza e l’incredulità delle persone, e parlare del Vangelo solo a coloro che vogliono ascoltarlo, che non si offendono”. No, ha stabilito che il Vangelo deve essere predicato a TUTTE le creature e ha stabilito condizioni molto chiare per la salvezza e la dannazione.

Rispettare l’altro, ma senza mancare di rispetto a Dio.

Ha portato la Nuova Legge, che non è altro che il compimento dell’Antica Legge. Ha cambiato il mondo, ha diviso il tempo in prima di Lui e dopo di Lui, ha cambiato per sempre il corso della storia. Chi non ascolta la Buona Novella perde l’opportunità di conoscere la Verità e, come tutto ciò che riguarda Gesù, la Verità è qualcosa di molto semplice. Ma la cosa più triste non è che le persone non conoscano la Verità, non conoscano Gesù; la cosa più triste è che sono private della possibilità di conoscerlo a causa della negligenza dei suoi discepoli, che sono stati istituiti per questo scopo: predicare la parola, battezzare le persone e, sì, convertirle. È una parola che sembra far paura e dalla quale si scappa con la giustificazione di “rispettare il diverso, rispettare l’altro, accogliere, non imporre”.

È innegabile che bisogna riconoscere le differenze e rispettare l’altro, ma questo non può significare mancare di rispetto a Dio e trascurare la sua direzione, impedendo di salvare le anime con scrupoli ipocriti come il tappeto di euro apparentemente creato per “difendere la causa dei poveri” ma che, in realtà, non era altro che un gioco di autopromozione e di aperta avversione alla Chiesa, alla religione e a Dio.

Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori

Vale la pena ricordare che coloro che non conoscono la Verità saranno meno colpevoli dei loro errori, ma non è esagerato dire che la loro colpa ricadrà su coloro che avevano l’opportunità e l’obbligo di far conoscere loro Nostro Signore Gesù Cristo e l’opportunità della loro salvezza e non l’hanno fatto. Forse si sta creando l’illusione che sia possibile “salvare per omissione”, cioè “se peccano per ignoranza, il fatto di essere stati tenuti nell’ignoranza li esenterà dalla colpa e non perderanno la loro anima…”.

Gesù Cristo è venuto nel mondo per salvare l’uomo dall’ignoranza e dal peccato, e Lui stesso non ha esitato a rovesciare i tavoli dei cambiavalute, a fare una frusta e con essa porre fine al commercio che si svolgeva nella casa di suo Padre. Indubbiamente, pur amando tutti gli uomini, in quel momento non pensava di rispettare le differenze o di accogliere l’altro, perché ciò significava mancare di rispetto al sacro e offendere Dio.

Chi ha l’opportunità – e il dovere – di salvare le anime e non lo fa perché aderisce alle filosofie di un mondo che accoglie tutte le differenze, tranne la religione, tranne l’uomo retto, tranne colui che ha fede, tranne colui che prega, tranne colui che rispetta Dio, non potrà farlo in seguito, quando vedrà quelle anime nell’inferno, dove probabilmente sarà anche lui.

Di Afonso Pessoa

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