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Il prete techno della GMG e la congrega di Halloween

Perché i media non ne hanno parlato diffusamente?

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Foto: Screenshot Twitter

Redazione (10/08/2023 17:17, Gaudium Press) Perché il fatto è stato poco commentato dai media? Forse per la paura di non sapere cosa dire senza essere lapidati dal progressismo o dal politicamente corretto? Perché  in effetti il caso meritava di essere commentato:

Un prete dalla testa lucida, non più giovanissimo, in atteggiamento cool-play e Coldplay, davanti a una grande consolle da DJ, davanti a una folla di giovani della GMG che stavano svegliandosi dalla Veglia notturna, uscendo dalla dolce oscurità dei loro sogni e dei loro sacchi a pelo, e che invece di musica celestiale si immergevano in ritmi stile Guetta?

Sì, un abile DJ sacerdotale, davanti a vescovi e padri venuti anch’essi a immergersi nell’inaspettata atmosfera techno e che più o meno non sapevano cosa fare: i più dissimulavano, come se fossero in un convento di clausura; un sorriso forzato i più timidi, alcuni addirittura fotografavano il Padre-DJ, tutto questo era qualcosa che sì, avrebbe dovuto conquistare più inchiostro, più opinioni, più pubblicità?

I ragazzi avevano ancora addosso le impressioni sacre dell’adorazione del Santissimo Sacramento; molti hanno persino espresso la meraviglia di vedere i giovani – della generazione della velocità e dell’agitazione, di whatsapp e tiktok – stare in attento silenzio a contemplare Gesù Eucaristia, che li ascoltava, che penetrava nel segreto del loro cuore, attento alle loro fragilità, alle loro aspirazioni.

Certamente il Signore aveva parlato loro, li aveva consolati, aveva rinnovato la loro speranza, aveva parlato loro della certezza del suo aiuto per affrontare il futuro in un mondo sempre più caotico.

Ma poi, all’alba, è arrivata la techno via DJ-prete…

Una techno che ha anche la sua mistica, palpabile, indubbia.

Un misticismo un po’ diverso da quello cristiano, un misticismo che invita a immergersi in un nirvana elettronico, un nirvana di luci laser e di movimenti meccanici spontanei, che invita ad abbandonare la propria individualità, a “lasciarsi andare” e nel cui annichilimento personale promette l’illusione della “pace”, in compagnia di una “pan-divinità” in cui tutti i tipi di spiriti possono inserirsi…

Il DJ diventa in questo ambiente techno il centro dell’attenzione e dell’impulso, un DJ che è un motore autorevole in quanto facilita maggiormente l’invito alla trance, qualcuno che ha camminato di più sulla via misteriosa e laseriana del misticismo-nirvanico, e che riflette nei suoi movimenti simploidi e cadenzati la felicità fredda e sarcastica di chi ha annientato la propria individualità e si è dato al “pane”.

“Fanatico, arretrato, rigido, indistinto, sottaceto, amaro, forse coniglio, ideologizzato…”, diranno alcuni. “Non vedete che si tratta semplicemente di un tentativo di inculturazione, di avvicinamento al linguaggio dei giovani d’oggi?

Ebbene, sembra che l’inculturazione in ambienti moderni piaccia a Padre-DJ, tanto che ha praticato questa immersione in scenari un po’ più sinistri.

A causa dell’interesse del pubblico per la vita di Padre-DJ, altri video hanno iniziato a circolare sulle reti, meno chiari, meno pii, più oscuri.

Come quello postato da NeoReactionary (qualcuno molto più giovane del Padre), che sembra provenire da una festa di Halloween a Montealegre, dove il Padre-DJ era il protagonista.

La camicia sacerdotale è coperta in questa occasione da un maglione nero come quello di qualsiasi partecipante, con la scritta non Cristo, ma Techno. Si capisce che è un sacerdote dal colletto, forse solo per questo.

La prima inquadratura ritrae il Padre, con un ampio sorriso, che apre le braccia mentre ondeggia a ritmo di musica davanti alla sua grande console. Nella seconda inquadratura, più “”inculturale””, una ragazza di spalle, con le caratteristiche corna luciferine di Halloween, guarda estasiata il sacerdote sul palco.

Accanto al DJ sacerdote, un animatore con una croce dipinta sul viso gioca con due torce infuocate. La fine di questa scena mostra il sacerdote in piedi davanti a una sorta di altare maggiore, coronato da due corna rosso scuro.

La scena successiva mostra tre delle assistenti di questa liturgia “techno-corny”, due vestite in modo caratteristico da streghe nere, l’altra un po’ più chiara con una falce che “minaccia” il loro collo, che ondeggiano ridendo, e poi il prete-DJ che dirige verso di loro la sua mano destra, che muove come se inviasse loro le sue misteriose benedizioni in trance.

Poi altre streghe, altra techno, altre luci fredde, e infine il prete sorridente, che attento alle richieste di selfie dei giovani stupiti. Un’opera tutta evangelizzatrice, ma che ha fatto atmosfera e dove il Padre si è comportato più come uno sciamano che come un altro Cristo.

Comunque, un complimento a quest’ultimo video: l’atmosfera era coerente. C’era coerenza tra la festa, la techno, le streghe, le corna, gli animatori, l’altare, persino il DJ (l’unica cosa che non era coerente era il sacerdote). Una coerenza che, per esempio, si può trovare nelle caverne dell’Ade.

No, signor padre, no.

C’è una musica che è cristiana, e c’è una musica che non è cristiana, e c’è anche una musica che viene dall’Ade.

Perché per come stiamo andando, finiremo inculturati, ma nella cultura dell’inferno… E siamo in molti a non volerci andare.

 

Di Saúl Castiblanco

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