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Perché il latino rimane la lingua ufficiale della Chiesa cattolica?

La maggior parte dei principali documenti emanati dalla Santa Sede e dai Pontefici sono redatti da sempre in latino.

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Foto: Pixabay/lbrownstone.

Redazione (31/08/2023 14:35, Gaudium Press)  Uno dei primi motivi per cui il latino rimane la lingua ufficiale della Chiesa cattolica è che alcuni dei documenti più importanti emanati dai Papi e dalla Santa Sede sono stati scritti ufficialmente in latino.

La Vulgata e il patrimonio della Chiesa cattolica

La Vulgata, la traduzione di San Girolamo delle Sacre Scritture, fu scritta interamente in latino. Per molti secoli è stata la versione della Bibbia più utilizzata dalla Chiesa cattolica romana e ancora oggi è la fonte di numerose traduzioni.

Un’altra ragione per conservare questa lingua è che attraverso il latino è possibile entrare in contatto con il vasto patrimonio della Chiesa cattolica attraverso i suoi secoli di storia e scoprire che questa stessa lingua è stata per lungo tempo lo strumento di dialogo tra Fede e Ragione.

Una lingua legittima per la Chiesa cattolica

Nel 2012, Papa Benedetto XVI fondò la Pontificia Accademia per il Latino con il motu proprio “Latina Lingua”. Nel documento, il pontefice sottolineava anche l’importanza dello studio e della conservazione del latino.

In precedenza, nel 1962, Papa Giovanni XXIII aveva emanato la costituzione apostolica “Veterum Sapientia”, in cui dichiarava solennemente che il latino possiede caratteristiche peculiari che conferiscono legittimità a questa antica lingua per la Chiesa cattolica romana.

Una lingua universale e immutabile

Così come la Chiesa è cattolica ovvero universale per natura, anche la lingua latina è internazionale, in quanto non appartiene a nessun paese o luogo. Inoltre, non essendo una lingua viva, è immutabile, cioè non cambia nel tempo.

Per queste ragioni, è possibile affermare che il latino è la lingua migliore per le valutazioni dogmatiche e liturgiche, poiché questo tipo di attività intellettuale richiede un linguaggio chiaro che non lasci ambiguità nell’espressione. (EPC)

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