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«Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!»

Bibbia 2

Sabato della XXVII settimana del T. O.

10 ottobre ’20, San Daniele Comboni

Lc 11, 27-28

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

COMMENTO

L’appartenenza alla famiglia di Dio è infinitamente superiore ai legami naturali, anche a quello così nobile come la maternità. Ecco la lezione di vita cristiana che ci regala Gesù oggi.

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La lode entusiasta sembrava più che giustificabile, infatti tutte le donne ebree si sposavano sperando di avere qualche legame genealogico con il futuro Messia: come non lodare quindi Sua Madre!? Da qui l’esclamazione: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato”. Non era, difatti, benedetto il seno intatto di Maria? Certamente! Abbinare l’onore e la grazia di essere madre e vergine era una cosa unica nella storia!

Tuttavia, Lei era più benedetta per il fatto di aver ascoltato la parola di Dio e averla osservata con perfezione insuperabile! Ora, chi mette in pratica i precetti imparati da Gesù, è, davvero, figlio di Dio, come ci insegnano le Sacre Scritture.

L’audacia di Gesù ci porta oggi a considerare la superiorità del vincolo filiale col Padre in rapporto a qualsiasi altro vincolo, anche se buono e lodevole in se stesso come quello della maternità.

È in funzione della filiazione divina, dono altissimo e insuperabile, che tutti gli altri vincoli si regolano, essendo lodevoli nella misura in cui servono a conservare e accrescere in noi la grazia divina.

Non è perché ci si trova in una riunione familiare, per esempio, che si può fare a meno di andare a Messa la domenica per non disturbare il clima di rilassatezza e tiepidezza spirituale dominante nei circoli che frequentiamo. Dio è sempre al di sopra! Lo stesso si dica quando sentiamo dire delle bestemmie. Nella misura in cui sia conveniente – quasi sempre! – si deve chiedere rispetto, anche in pubblico, perché il vincolo con il Signore ci obbliga a interessarci della sua gloria, con più zelo e bravura che se fossero stati insultati i nostri genitori!

Se la madre o il padre o altri parenti volessero impedire a qualcuno la realizzazione di opere di bene, oppure fomentassero il desiderio di peccare con dei suggerimenti maliziosi, il che purtroppo non è tanto raro oggi, tali consigli dovrebbero essere respinti categoricamente, poiché la nostra filiazione divina ce lo esige.

Ringraziamo, dunque, Iddio perché ci dona la sua parola e la forza per metterla in pratica. Ringraziamolo per averci fatto suoi figli. E, nella nostra quotidianità, diamo il posto di massimo onore all’Onnipotente, avendo effettivamente Lui al di sopra di tutti gli altri affetti. In questo modo saremo benedetti come lo fu la Santissima Vergine Maria.

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