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Il cardinale Sarah: “La Chiesa non cambia, siamo noi che dobbiamo cambiare”

Il cardinale Sarah può spiegare e sviluppare il suo pensiero su vari temi di attualità oltre a parlare della crisi nella Chiesa

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Rita Sberna (26.09.2021 16:05, Gaudium Press) In un’intervista rilasciata a Cath.ch, ex prefetto della Congregazione per il Culto Divino, il cardinale Sarah ha parlato un po’ di alcune questioni che compongono anche il tempo presente come la crisi nella Chiesa e nel mondo.

“La religione cattolica è esigente”

Alla domanda se è d’accordo con l’aggettivo “intransigente” che alcuni gli danno spesso, il cardinale Sarah ha affermato: “Dio è esigente, perché l’amore è esigente. Se intransigente viene inteso in questo senso, sono d’accordo (…) La religione cristiana è esigente. Non è facile” e ha spiegato che non puoi vivere la tua fede alla leggera.

Nonostante abbia lasciato la Congregazione per il culto divino all’inizio dell’anno, il Cardinale ha spiegato che la sua attuale missione è quella di confermare i fedeli nella fede, affinché l’oggetto della fede non cambi. “Il Vangelo è ancora valido, come lo è stato per gli Apostoli, per i Padri della Chiesa e per i santi nel corso della storia. Come cantiamo ogni Sabato Santo: ‘Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre.’

La crisi attuale e la tradizione della Chiesa

Riguardo alla recente pubblicazione di Benedetto XVI, il cardinale Sarah ha affermato di condividere la stessa visione di Benedetto XVI: la crisi attuale è antropologica. “L’essere umano crede di potersi inventare, di creare se stesso. Non vuole dipendere da Dio”.

Sulla Tradizione della Chiesa, il presule ha spiegato che l’Occidente ha dimenticato l’eredità (della tradizione) e “un albero senza radici muore”, è necessario progredire tenendo conto della storia e della tradizione, a rischio di cadere nel malgoverno.

Presunta rivalità contro Francisco

Delle recenti dichiarazioni di Papa Francesco sul non aver paura della libertà o della novità, ha detto: “Bisogna aprirsi, ma restare gli stessi. Se mi apro a qualcuno, non devo sparire. Devo rimanere quello che sono. Cristiano, io resto cristiano”.

Sulla sua possibile rivalità con Francesco, il cardinale ha dichiarato: “È un’etichetta che mi appiccica. Ma nessuno troverà una sola parola o frase che ho detto o scritto contro di lui».

“La Chiesa non cambia, siamo noi che dobbiamo cambiare”

Un argomento a lungo durante l’intervista è stato se la Chiesa è mutevole o meno. Più volte il cardinale ha detto che no, la Chiesa cattolica non cambia. Di seguito alcuni estratti:

“No, la Chiesa non cambia. È nata dal costato trafitto di Cristo sulla Croce. Siamo noi che dobbiamo cambiare”.

“Il Vaticano II non dice che la Chiesa deve cambiare. Cresce in numero e santità, ma non cambia ciò che è, un prolungamento di Cristo”.

“Non importa quale sia la mia cultura, il mio luogo di nascita, il mio continente, la mia fede in Gesù Cristo non cambia”.

Quando il giornalista gli dice che i tradizionalisti lo vedono come un “portabandiera”, il cardinale Sarah ha risposto: “No, non sono un portavoce. Affermo ciò che la Chiesa cattolica ha sempre creduto e affermato. Affermo la dottrina e l’insegnamento morale della Chiesa”.

La liturgia è per Dio

Altro tema discusso è stato la liturgia, il silenzio e il latino. Così si esprimeva l’ex Segretario della Congregazione per il Culto Divino:

“Quando un musulmano si prepara alle sue preghiere fa le sue abluzioni e si mette in un angolo in silenzio e quando finisce va a pregare. Cosa fanno i sacerdoti? Si preparano in sagrestia parlando e continuano a parlare durante la processione d’ingresso”.

“È una brutta cosa aver finito con il latino”. “La lingua della Chiesa, della liturgia è il latino. Quando siamo insieme tra africani o con persone di altri continenti, il latino ci unisce e ci permette di festeggiare insieme”.

A proposito della Messa ha spiegato: “Spesso [durante la Messa] parliamo e basta. Il prete parla, parla, senza spazio per il silenzio. In Africa abbiamo molti balli, applausi, ma possiamo ballare davanti ai morti? (…) La Liturgia non è per l’uomo, è per Dio”.

 

 

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