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Santa Gemma Galgani e l’angelo custode

Redazione (Giovedì, 11-04-2019, Gaudium Press) Ci sono stati molti santi che hanno vissuto un rapporto speciale con il proprio angelo custode, nella quotidianità della loro vita terrena, una di questi, fu proprio Santa Gemma Galgani, nata a Comigliano di Lucca il 12 marzo 1878 e morta l’11 aprile 1903 alla Vigilia di Pasqua.

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Gemma proviene da una famiglia cristiana, i genitori erano molto ferventi nella fede e nonostante la sua tenera età, il Signore permise che attraversasse diverse prove. La madre morì quando lei era ancora piccola e venne affidata alla famiglia Giannini, nella città di Lucca, dove poi rimase fino alla morte.

Ma la morte della madre non fu l’unica sofferenza per Gemma: ci fu anche un’operazione dolorosa al piede, lo spogliamento di tutti gli averi della famiglia Galgani per cui si ritrovarono in miseria, la comparsa di un’altra malattia anche se poi Dio le concesse miracolosamente la guarigione.

Gesù in quell’occasione le disse: «Figlia, alla grazia che ti ho fatta stamattina (cioè la guarigione), ne seguiranno ancora molte altre maggiori. Io sarò sempre con te, io ti farò da padre, e la mamma tua sarà l’Addolorata».

Gemma fu un’anima mistica, tutti i venerdì soffriva i dolori della passione di Gesù a partire dal 1899 in cui le comparvero le stimmate. E’ inutile dire che il demonio la perseguitò con ogni mezzo ma potette godere dell’amicizia e della confidenza con il suo angelo custode.

Gemma e l’angelo custode

Gemma vedeva il suo angelo custode, pregava con lui, parlava con lui e persino poteva toccarlo. L’angelo l’aiutava in ogni modo, persino portando i messaggi da parte sua al confessore che si trovava a Roma, un passionista, Don Germano di San Stanislao.

Il passionista racconta: “Frequentemente quando le chiedevo se l’Angelo Custode rimanesse sempre al suo posto, al suo fianco, Gemma si volgeva verso di lui completamente a suo agio e subito cadeva in un’estasi di ammirazione per tutto il tempo in cui lo fissava”.

Ma è bello ciò che questo essere celeste consigliava alla sua custodita Gemma, per vivere nella retta via del Signore: “Ricordati, figlia mia, che l’anima che ama Gesù parla poco e si abnega molto. Ti ordino, da parte di Gesù, di non dare mai il tuo parere se non ti è richiesto, e di non difendere mai la tua opinione, ma di cedere subito”. E aggiungeva ancora: “Quando commetti qualche mancanza, dillo subito senza aspettare che te lo chiedano. Infine, non dimenticarti di proteggere gli occhi, perché gli occhi mortificati vedranno le bellezze del Cielo”.

Fu molto bello e intenso, il momento in cui Gemma, un giorno volle indossare dei gioielli d’oro con un certo compiacimento, per far visita a un parente da cui li aveva ricevuti in regalo, sentì un salutare ammonimento dal suo Angelo, al ritorno a casa, che la guardava con severità: “Ricordati che le collane preziose, per abbellimento della sposa di un Re crocifisso, possono essere soltanto le sue spine e la sua Croce”. (Rita Sberna)

 

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