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Uno scienziato ci spiega qual è la differenza tra gli angeli e gli uomini

Redazione (Lunedì, 13-04-2020, Gaudium Press) Don Carlo Borghi non fu solo un ottimo sacerdote ma anche un bravo scienziato, nacque a Barlassina (Monza) nel 1910 e venne ordinato sacerdote nel 1933 a Milano. Si laureò in Teologia alla Gregoriana di Roma e in Scienze Fisiche nel 1939 presso l’università statale di Milano dove insegnò il Calcolo delle probabilità e Fisica teorica. Si trasferì a Roma nel 1950 e si dedicò alla fisica nucleare.

Nel 1960 recandosi in Brasile all’università di Recife, fondò e diresse il Centro studi Nucleare per quindici anni fino a quando rientrò in Italia 1975 per motivazioni di salute.

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Proprio per i suoi meriti scientifici ottenne il titolo di Cavaliere della Repubblica, negli ultimi anni della sua vita si stabilì a Parma presso il suo amico collaboratore Prof. Don Camillo Giori e morì il 30 marzo 1984.

Il suo corpo è sepolto a Calco (Lecco).

Don Carlo Borghi pubblicò un testo che parla degli angeli che s’intitola “La vita eterna. Il mistero delle cose ultime”, in questo libro si legge: “Tra le creature a noi più o meno note, oltre alle creature umane a noi umani più o meno note e chiamate al destino finale di figli adottivi di Dio secondo il grande progetto del Padre rivelato in efesini 1,1 ss., ci sono anche quelle creature genericamente chiamate “”i Messaggeri”, ossia “gli angeli”, per esempio nel già ricordato Tobia 1,17-19, dove si parla di “uno dei sette che stanno sempre al cospetto di Dio”.

Ai “sette spiriti di Dio” sembra alludere anche Apoc. 4,6. Ma in Matteo 18,10 Gesù rivela che quella di “veder sempre la faccia del padre” è caratteristica comune per almeno tutti gli angeli cui sono affidati i figli degli uomini”.

Sul piano soprannaturale esistono delle nette differenze tra gli uomini e gli angeli. Ciò che evidenzia don Carlo sulla natura angelica è quanto segue: “non può ovviamente riferirsi alla natura vera e propria degli uni o degli altri, poiché la natura angelica appare ovviamente superiore alla natura umana. Questa differenza deve quindi riferirsi interamente alla grazia, cioè alla scelta autonoma del Padre, acquistata dal Figlio con l’Incarnazione con la sua morte in croce, e realizzata attraverso l’invio dello Spirito Santo per dare vita al corpo di Cristo che è la Chiesa.

Anche gli angeli, per grazia, “vedono sempre la faccia del Padre” e ne sono gli ambasciatori, anch’essi hanno “la vita eterna” dello Spirito santo che è la vita naturale di Dio, attraverso quel loro legame col Padre, e anche per gli angeli questo legame a questa vita eterna è grazia, ma probabilmente è grazia in modo diverso da come è grazia sia la “vita eterna” per le creature umane “salvate”, sia il loro diventare “una cosa sola” col figlio, secondo il grande progetto”. (Rita Sberna)

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