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Chi incardinerà p. Rupnik e gli altri gesuiti di Aletti? Continua il dibattito sulle opere

Si moltiplicano le voci secondo cui un gruppo di gesuiti lascerebbe la Compagnia di Gesù dopo la recente espulsione di padre Rupnik. 

                                                                                          rupnik

Redazione (22/06/2023 20:25, Gaudium Press) Ormai sono molte le voci secondo cui un gruppo di gesuiti avrebbe lasciato la Compagnia di Gesù dopo la recente espulsione di padre Marko Rupnik, gesuita accusato di molteplici abusi, non solo sessuali ma anche psicologici, nei confronti di religiose ed ex religiose.

Dopo la conferma dell’espulsione da parte della Compagnia di Gesù, Maria Campanelli, direttrice del Centro Aletti, ha risposto, attraverso una lettera pubblicata sul sito web di questo centro d’arte fondato da Rupnik,  sostenendo  che questo sacerdote-artista aveva già, dal 21 gennaio, presentato al suo Ordine la richiesta di lasciare la sua comunità.

Campanelli ha anche affermato che “anche gli altri gesuiti del Centro Aletti hanno chiesto l’indulto per lasciare la Compagnia e sono in attesa della conclusione del rispettivo processo per poter continuare a esercitare il loro ministero sacerdotale”.

Quello che Campanelli non dice è la risposta su quale sarebbe la nuova incardinazione di padre Rupnik e degli altri gesuiti che lasceranno la Compagnia. Nella Chiesa non esiste un sacerdote “libero”, ma ognuno deve essere sottoposto a un vescovo o a un superiore religioso.

Johan Verschueren SJ, delegato delle Case e Opere Interprovinciali di Roma nonché superiore di padre Rupnik fino a quando non avverrà la sua espulsione, ha dichiarato che non parlerà più della questione, fino a quando non saranno trascorsi i 30 giorni che Rupnik ha a disposizione per presentare ricorso contro la sua espulsione, comunicata al gesuita il 14 giugno.

Ma, secondo quanto dichiarato da Campanelli, padre Rupnik non farà ricorso e si presume “che padre Rupnik rimarrà fermo nel suo desiderio già espresso di lasciare l’Ordine, e continui a vivere questo momento nel discernimento e nella comunione ecclesiale”.

Ma nel caso della comunione ecclesiale di un sacerdote, questo inserimento avviene attraverso la sua incardinazione.

E che dire delle indagini che la Compagnia stava svolgendo su padre Rupnik, sulla base di nuove denunce che, secondo alcuni media, sarebbero quindici o venti? Saranno inviate al Vaticano? Queste sarebbero domande da porre a padre Verschueren. In linea di principio, queste denunce non rientrerebbero nella prescrizione dichiarata dal Dicastero per la Dottrina della Fede nell’ottobre dello scorso anno.

La polemica sulle opere dell’artista gesuita  intanto continua.

Non si conosce ancora la decisione della commissione composta dal vescovo di Tarbes-Lourdes, monsignor Jean Marc Micas, sulla permanenza delle opere di Rupnik nel famoso santuario.

Si sa che i Cavalieri di Colombo stanno ancora valutando quali passi intraprendere riguardo all’arte di Rupnik, presente in diverse strutture di questa comunità. Da “febbraio, l’opera d’arte di [Rupnik] è stata rimossa da tutti i materiali pubblicati attraverso il servizio di informazione cattolica dei Cavalieri di Colombo”, ha assicurato a Il Pilastro Steve Curtis, responsabile della comunicazione della comunità.

Ma non ci sono solo comunità che prendono in considerazione l’eventuale rimozione delle opere del gesuita, ma ci sono anche alcuni prelati che continuano a commissionarne di nuove. Secondo il quotidiano Domani, padre Rupnik si è recato a giugno sull’isola di Hvar in Croazia su richiesta del vescovo Ranko Vidovic, per studiare il possibile restauro della cappella del Palazzo episcopale. Sarà questo uno dei prelati che potrebbe incardinare padre Rupnik e i suoi compagni?

 

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