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“Come andare a messa e non perdere la fede” il libro dedito alla Santa Messa di don Nicola Bux

Don Nicola Bux, teologo, esperto di liturgia e stretto collaboratore di Benedetto XVI è stato nominato da quest’ultimo tra i Consultori della Sacra Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, tra le tante pubblicazioni ha pubblicato il libro “Come andare a Messa e non perdere la fede” (Edizioni Piemme) che negli anni ha riscontrato un grande successo e varie ristampe.

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Rita Sberna (20.06.2022 22:24, Gaudium Press) E’ un volume molto particolare quello che don Nicola Bux ha scritto, che ha un titolo provocatorio “Come andare a messa e non perdere la fede”, la domanda che sorgerebbe spontanea da questo titolo è “A Messa c’è il pericolo di perdere la fede”? Forse si, l’autore è stato intervistato da Cristiani Today ed ha spiegato nello specifico il senso di questo titolo.

La Messa e i momenti della celebrazione

La messa sappiamo che è divisa in due parti: la prima è dedicata alla liturgia della Parola e la seconda parte riguarda proprio la Consacrazione Eucaristica, Gesù che diventa Pane e Vino.

Una problematica che in questo nostro tempo si presenta è proprio il fatto che a volte, alcuni sacerdoti siano più frettolosi proprio nella seconda parte della Messa, è stato chiesto a don Nicola cosa pensa di questo ed ha risposto che la parte dedicata alla liturgia della Parola è stata prolungata con letture più lunghe e salmi più distesi e poi soprattutto anche con le omelie del sacerdote molto lunghe (una cosa che è stata anche lamentata da Papa Francesco).

“Si può rimediare – dice don Nicola– soprattutto sull’omelia, cercando di non far superare i dieci minuti perché non deve squilibrare la celebrazione deve essere una sorta di chiave che chiude la Liturgia della Parola ed apre la Celebrazione Eucaristica; L’Eucarestia è la parte centrale della Santa Messa.”

 Che cos’è la Messa e quando è nata?

Don Nicola spiega nel suo libro che la Messa è nata da quando Gesù ha offerto se stesso come vittima di espiazione per salvare l’umanità dai peccati. Da un punto di vista di fede, la messa è nata il venerdì santo mentre da un punto di vista formale è nata in parte all’interno dell’Ultima cena e anche dopo la cena. “Dire che la messa è nata con l’Ultima cena è errato” – afferma don Nicola che ha dedicato alcune pagine del suo libro proprio a questo tema.

 Preti che cantano e ballano in chiesa canzoni non liturgiche

A volte, i mass media hanno riportato notizie che hanno fatto scalpore tra la gente, come preti che in chiesa ballano, cantano canzoni non liturgiche o addirittura preti che in chiesa sono entrati in bicicletta, chi canta canzoni dei Ricchi e Poveri ecc … don Nicola su Cristiani Today ha espresso il suo pensiero riguardo a tutto ciò:

“Questo è dovuto alla crisi dell’idea di “chiesa” come luogo della Presenza e soprattutto della Liturgia come azione Sacra, svolta alla presenza del Signore” – afferma don Nicola.

Continua – “Oggi c’è la sensazione che molti (compresi i ministri di culto, i sacerdoti) quando celebrano è come se dimenticassero che quello che stanno facendo avviene alla presenza di Dio. Venendo meno a questa consapevolezza, vien meno la percezione della presenza e del sacro.

Bisogna recuperare il senso della Chiesa come luogo della Presenza Divina affinche le azioni che i sacerdoti compiono in essa abbiano un reale senso e significato”.

La posizione del Tabernacolo

Un’altra problematica è anche la posizione del Tabernacolo in alcune chiese. Gesù è il Figlio di Dio, il padrone di casa e in alcune parrocchie o chiese, sembra essere nascosto, posizionato in un luogo dove nessuno lo vede se non ci si reca appositamente a cercarlo. Don Nicola ha detto a Cristiani Today quanto segue: “Un noto vescovo, quando entrava nelle chiese e non trovava il Tabernacolo osava dire la parole di Maria Maddalena “Dov’è il mio Signore? Non so dove lo hanno posto”. Lo diceva per indicare questa sorta di migrazione della custodia dell’Eucarestia che ha disorientato profondamente i fedeli.

Hanno dato varie motivazioni, la prima, che il Tabernacolo non è sempre stato sull’altare fisicamente, a volte è stato in alto sopra il ciborio ecc …

Con il basso medioevo e con la riforma Tridentina, il Tabernacolo aveva trovato l’assetto al centro perché si voleva affermare che la presenza del Signore è realmente vera e va da tutti percepita.

In un momento critico in cui vi è crisi di fede, averlo decentrato non ha certamente incrementato il senso della presenza divina nei fedeli e di conseguenza l’adorazione” – afferma don Nicola Bux.

 La Comunione sulle mani

Con la pandemia si è presentata un’altra questione: la comunione sulle mani. C’è chi dice che se la Chiesa lo permette allora il problema non sussiste e c’è chi dice che nonostante tutto… toccare il corpo di Cristo da mani non consacrate è come commettere un sacrilegio. Dove sta la verità?

Secondo don Nicola Bux, la verità si trova nel mezzo ma è noto che sin dall’antichità questa questione è stata oggetto di diverse interpretazioni però ad esempio va in giro l’affermazione che Gesù avrebbe dato la comunione agli apostoli sulle mani quando disse “Prendete e mangiatene tutti” … ma secondo don Nicola non è corretto dire ciò; su Cristiani Today ha approfondito la questione:

“Credo che questa situazione è partita male sin dai tempi di Paolo VI che non era convinto di dare questa concessione e poi fece un indulto.

C’è da tenere presente che se la comunione sulle mani venisse fatta con grande riverenza dai fedeli e senso di adorazione, non sarebbe un problema ma sappiamo che alcuni fedeli non ricevono il Corpo di Cristo con devozione e attenzione.”

 

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