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Come don Alvaro de Bazàn ‘rapì’ la Vergine del Rosario per la battaglia di Lepanto

La statua si trovava nel monastero dei domenicani di Granada. Un giorno, però, vi giunsero trenta marinai diretti alla battaglia…

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Foto: A.R.G

Redazione (08/02/2024 14:46, Gaudium Press) Javier García Herrería riporta su Cari Filii la storia della Vergine del Rosario che partecipò alla battaglia di Lepanto, nel 1571, in cui gli eserciti cristiani ormai in minoranza sconfissero la flotta turca, salvando la cristianità e spegnendo l’impeto dell’avanzata musulmana.

San Pio V, il Papa dell’epoca e anima di quella che fu una vera e propria crociata, aveva emanato disposizioni molto precise per preservare il morale cristiano delle truppe: tutti i soldati dovevano confessarsi, ricevere l’Eucaristia e recitare il Rosario poco prima della battaglia; qualsiasi soldato il cui comportamento potesse offendere Dio doveva essere allontanato dal combattimento; infine, le navi dovevano esporre emblemi religiosi. Anche chi rimaneva a terra aveva un compito da svolgere: le nazioni cristiane dovevano recitare il Rosario e digiunare.

Uno dei grandi di quella battaglia – accanto a don Giovanni d’Austria, Alessandro Farnese, Luis de Requesens e Giovanni Andrea Doria – fu don Álvaro de Bazán, che seguì scrupolosamente le raccomandazioni papali.

Qualche ora prima di imbarcarsi, caricò sulla sua nave la statua a grandezza naturale di Nostra Signora del Rosario, che oggi si trova nella chiesa di Santo Domingo a Granada, in un’eccellente cappella.

Il suo abito è un’armatura d’argento, che ricorda la sua partecipazione a Lepanto e rivela anche il suo ruolo di Capitano Generale dell’Armada spagnola, quale lei è.

Un testo dell’ammiraglio Luis de Córdoba ricorda i magnifici dettagli di come Don Álvaro de Bazán “rapì” questa immagine dal convento domenicano di Granada:

Correva l’anno 1571 e le galee spagnole sparse per i porti si stavano preparando per incontrarsi a Messina con le altre navi della lega cristiana. Una notte, mentre la galea del capitano D. Álvaro [de Bazán] si trovava a Cartagena, quest’ultimo ordinò improvvisamente di rimuovere le suppellettili che si trovavano nella sua camera, e al loro posto fece costruire un altare. Prese trenta uomini dell’equipaggio e con loro lasciò la galea; una volta a terra montarono a cavallo e scomparvero.

Il giorno dopo, all’ora della preghiera, arrivarono alle porte del convento di San Domenico a Granada, chiedendo di parlare con il priore del convento. Alla presenza di quest’ultimo, spiegò il suo scopo: era venuto a prendere la statua della Vergine del Rosario, che si venerava in quel luogo, per portarla sulla sua galea a combattere il Turco.

Il priore chiamò a raccolta la comunità, sorpreso dalla richiesta. Pio V aveva ordinato di pregare la Vergine per il trionfo delle armi cristiane, e se l’immagine non c’era, a chi avrebbero dovuto rivolgersi?

A questo de Bazán rispose: “Le preghiere saranno ascoltate dalla Vergine ovunque si trovi, ma ai soldati piace vedere tra loro chi li comanda. Se il Santo Padre vi ordina di pregare la Madonna per il nostro trionfo, sarà contento di sapere che è in mezzo a noi”.

Si discusse su alcuni punti e la comunità acconsentì. A mezzanotte quei trenta rudi soldati di mare portarono segretamente la Vergine fuori dal suo convento, e la notte successiva era circondata da luci sull’altare della camera della galea. Nessuno sapeva come fosse andata e solo gli altri uomini della galea, che l’avevano accolta in ginocchio sul ponte, sapevano come fosse arrivata. Il giorno dopo salparono per Messina e poi per Lepanto.

La volontà di Dio fece sì che don Giovanni d’Austria disponesse l’intera armata cristiana in forma di croce per la battaglia. Sei galee e le galee dell’esercito austriaco formavano la testa e il centro della croce; quelle di Andrea Doria, il braccio destro della croce; quelle di Barbarigo, il braccio sinistro; e le galee di Don Alvaro, che formavano la retroguardia, i piedi della croce. La Vergine era ai piedi della croce che trionfava sulla mezzaluna formata dalle galee di Ali-Baja. Quando don Álvaro tornò in Spagna dopo la battaglia, la Vergine che portava con sé tornò al suo convento di Granada con lo stesso grande segreto.

 (Citato da José Antonio Palma Fernández in La Virgen del Rosario, Álvaro de Bazán y la Batalla de Lepanto. Nuove scoperte documentarie)

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