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Contro l’odio social nasce una rete sul web

Gli insulti sui social hanno un nome ben definito: hate speech, un linguaggio carico di aggressività, molti paesi hanno emesso delle leggi punitiva in Italia ancora no, ma è nata questa rete social fatta di associazioni e studi giuridici.

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Rita Sberna (02.09.2020 07:40, Gaudium Press) E’ stata presentata con una conferenza stampa, la rete sul web che si occuperà di ricerca, condivisione, promozione di percorsi educativi, buone pratiche, per sensibilizzare la società civile su un fenomeno molto diffuso. Tra i promotori dell’iniziativa, troviamo tre Ong che lavorano a livello internazionale (Action Aid Italia Onlus, Amnesty International Italia, COSPE Onlus), che hanno coinvolto associazioni e studiosi.

L’iniziativa

Federico Faloppa, docente di Linguistica all’Università Reading in Gran Bretagna, è stato intervistato da Vatican News, ed ha riferito: “Sono i numeri che raccontano l’ampiezza della compagine che ha dato vita alla prima Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio. I numeri – 5000 denunce in pochi anni – evidenziano l’importanza e la forza del progetto, unico nel suo genere, perché capace di riunire le più importanti realtà che da diverso tempo si occupano di mappare e combattere i discorsi e i fenomeni di odio: di particolare rilievo, l’approccio multidisciplinare che consente di coprire tutti i territori che è necessario presidiare per un’efficace azione, dalla ricerca alla proposta normativa, fino agli interventi nelle scuole per combattere bullismo, discriminazioni e intolleranze e per favorire la cultura dell’inclusione. Di fronte alla sempre più violenta e pericolosa pervasività dei discorsi e dei fenomeni di odio ad essi collegati – sottolinea – diventa urgente coordinare le diverse iniziative per dar vita a una risposta davvero incisiva. Da qui, la creazione della Rete, tra le cui finalità spiccano gli elementi individuati anche dall’Unesco e dal Consiglio d’Europa come necessari per affrontare il fenomeno dello hate speech: dal contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio, dai fenomeni di disinformazione da cui essi traggono origine alla creazione e promozione di narrazioni corrette e accurate e narrazioni alternative.”

Oltre alle Ong altre associazioni hanno aderito all’iniziativa come l’associazione Giulia giornaliste, Pangea Onlus, ARCI, Associazione Carta di Roma ecc..

Il piano della formazione

Silvia Brena, giornalista e docente di Facoltà di Teorie e tecniche della comunicazione all’Università Cattolica di Milano, parla dell’impegno sul piano della formazione: “L’obiettivo – sottolinea Brena – è quello di assicurare un’informazione e una formazione che possano contrastare le fake news, che sono il primo grave scalino dell’incitamento all’odio. La disinformazione purtroppo dilaga e – spiega Brena – quella che è imperversata attraverso whatsapp durante il periodo di lockdown è stata incredibilmente condivisa e ripostata. Dare false notizie è il modo più facile e immediato per alimentare rancore e risentimento nelle persone. Dunque, Brena spiega che i seminari online si riprometteranno di offrire seria informazione su quei temi sui quali invece si ritrovano più distorsioni sui social.”

 

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