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Don Antonio Mattatelli, un sacerdote “evangelizzatore” Figlio diletto della Vergine Maria

La chiamata al sacerdozio ed il mandato di esorcista. La vocazione di don Antonio Mattatelli, sacerdote esorcista della diocesi di Tricarico e collaboratore del sito cattolico Cristiani Today.

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Rita Sberna (29.04.2022 20:55, Gaudium Press) Abbiamo imparato a conoscerlo e ad amarlo grazie alle sue trasmissioni web ormai in circolo su youtube da anni, lo abbiamo ammirato grazie al suo coraggio di annunciare la verità e gridarla dai tetti (proprio come chiede il Vangelo) ma in realtà oltre a sapere che è un sacerdote esorcista, parroco a Montemurro in Basilicata non sappiamo altro. Nel giorno del suo 50° compleanno, che ha festeggiato il 29 aprile, vogliamo conoscere meglio la sua storia, capire come il Signore lo ha chiamato ad abbracciare la vocazione sacerdotale.

L’infanzia di don Antonio

Don Antonio ha sempre vissuto in Basilicata in un paese chiamato Alianello, un paese di contadini. Lui proviene da una radice molto cattolica come la popolazione lucana ma soprattutto mariana. La famiglia di don Antonio è piena di vocazioni: suori, frati, monaci e addirittura arcipreti. Don Antonio è nato il 29 aprile e per Dio-incidenza (dopo anni ha fatto una scoperta molto bella) che il 29 aprile del 1842 fu scoperto il libro del “Trattato della vera devozione a Maria” di san Grignion de Montfort. Essere nato in quel giorno per don Antonio è stato un ulteriore segno della presenza di Maria nella sua vita. Tra l’altro è nato il primo giorno della novena alla Madonna di Pompei. Don Antonio è stato sempre vicino alla Chiesa sin da piccolo; sentiva una bella attrazione verso la Chiesa già da bambino e infatti faceva il chierichetto.

La sua infanzia è stata molto serena anche se questa serenità ad un certo punto è stata interrotta da due avvenimenti spiacevoli: nel 1985 due suoi migliori amici sono morti in un incidente in motorino e dopo un anno e mezzo morì sua madre.

Una sera andando a messa sentì una forza che uscì potentemente dalla sua bocca e disse a don Pierino che voleva diventare sacerdote.

La chiamata al sacerdozio

La chiamata è stata un impulso quasi irrazionale ma non è stata immediata. Don Pierino nel 1988 presentò don Antonio al vescovo e da lì è iniziato il suo cammino, anche se don Antonio sentiva fortemente la vocazione alla consacrazione. In un primo momento voleva diventare un missionario, perché sentiva la sete di una semplicità di una fede semplice. Nel 1991 entra in seminario, non è stato un periodo facile per lui proprio perché la sua vita è completamente cambiata.

Molte cose non le conosceva come l’adorazione eucaristica, ciò che conosceva bene don Antonio era la devozione mariana e la preghiera del rosario. Per cui il seminario per lui è stato una riscoperta dell’adorazione eucaristica e della presenza di Gesù nel Tabernacolo oltre che assimilare le nozioni di teologia.

I rapporti con i suoi compagni di seminario non sono stati semplici anche per la sua riservatezza e timidezza. Il 14 agosto del 1997 è diventato sacerdote.

Il mandato di esorcista

Uno dei momenti più importanti del suo sacerdozio e della sua formazione è stato l’incontro con il Rinnovamento nello Spirito tramite una sua compaesana che gli raccontava dei carismi e dei miracoli che avvenivano in tale movimento.

Così don Antonio ha approfondito la realtà del Rinnovamento nello Spirito partecipando ad uno di questi incontri, avendo letto prima alcuni libri su tale realtà. In uno di quegli incontri don Antonio ricevette “il dono delle lingue”. Il Rinnovamento per lui è stato una vocazione nella vocazione. Da lì è iniziato l’interesse di don Antonio per la preghiera di liberazione, si è ritrovato a pregare per persone che avevano disturbi legati a malefici e così ricevette anche il mandato di esorcista.

I primi anni aveva la nomina di esorcista solamente vocale poi nel 2010 il vescovo, lo nominò esorcista per iscritto.

 Un sacerdote figlio di Maria

Don Antonio Mattatelli non ha dubbi, si reputa essere un sacerdote figlio di Maria e ad averlo aiutato in questa sua devozione è stata la lettura del libro “Il trattato della vera devozione a Maria di san Luigi Maria Grignion de Montfort”, che gli ha permesso di sistematizzare la sua devozione mariana a livello teologico e magistrale. Non solo Maria ci porta a Gesù ma è anche Gesù che ci porta a Maria.

Grazie a quel libro ha capito che più amiamo Gesù e più amiamo Maria “non bisogna avere paura di amare la Madonna” afferma don Antonio.

Tramite quel libro, don Antonio ha capito anche il concetto di “Consacrazione” al Cuore Immacolato di Maria.

La chiamata ad Evangelizzare

Don Antonio racconta in un’intervista a Cristiani Today che la sua chiamata è quella di “evangelizzare” e c’è un passo del Vangelo che riassume tutto il suo sacerdozio ed è il finale di Marco «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Conclude don Antonio “Gesù è il Signore e non esiste salvezza al di fuori di Lui. Nonostante questo scorcio del nostro tempo segnato dalla guerra, da uomini inqueti … nche adesso Gesù è il Salvatore ed è il migliore alleato della felicità degli uomini. Se crederemo nel nostro Cuore che Egli è il Signore saremo salvi. Mi sono fatto sacerdote per annunciare questo e lo farò fino all’ultimo istante della mia vita”.

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