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Durante la lotta all’ebola, sei suore hanno dato la loro vita

Sono state riconosciute le virtù eroiche di sei suore che combatterono l’epidemia d’ebola nel 1995 come missionarie infermiere presso l’ex Zaire.

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Rita Sberna (31.03.2021 11:20, Gaudium Press) La postulatrice della causa delle sei suore religiose è suor Linadele Canclini, la quale ha ricordato durante un’intervista effettuata da La Nuova Bussola quotidiana, l’approccio che queste sei religiose avevano avuto con gli ammalati.

L’ex Zaire oggi chiamata Repubblica Democratica del Congo, nel 1995 dovette fronteggiare una pesante epidemia quella dell’ebola, lì in quel luogo si trovavano 60 Suore delle Poverelle (istituto fondato a Bergamo nel XIX secolo dal beato Luigi Palazzolo).

Purtroppo nel giro di 33 giorni, sei di quelle sessanta suore persero la vita a causa del virus ma la loro opera contribuì anche all’individuazione dell’ebola.

Le sei religiose erano tutte provenienti dalla Lombardia, la Chiesa tra febbraio e marzo ha riconosciuto le virtù eroiche: suor Floralba Rondi (†25 aprile 1995); suor Clarangela Ghilardi (†6 maggio ’95), 64 anni; suor Danielangela Sorti (†11 maggio ’95), 47 anni; suor Dinarosa Belleri (†14 maggio ’95), 58 anni; suor Annelvira Ossoli (†23 maggio ’95), 58 anni; suor Vitarosa Zorza (†28 maggio ’95).

Le storie di vocazione queste sei suore ci fanno sperare e credere nella “provvidenza” oggi più che mai necessaria in tempo di covid.

Le sei suore avevano tutte una specializzazione in malattie tropicali e questo non è scontato, due di esse erano anche ostetriche: Suor Clarangela e suor Annelvira.

Oggi questo dato porterebbe scandalo ma in quegli anni a Kingasani, nascevano ogni giorno dai 30 ai 40 bambini.

Il caso Ebola

Suor Linadele Canclini racconta a La Nuova Bussola Quotidiana alcuni particolari di quando venne riconosciuta l’ebola: “Quando il medico di Mosango iniettò il formolo a suor Floralba vide subito che il sangue rifluiva nella siringa. Disse: “Per me questo è Ebola”. Ma non fu creduto. Dopo la morte di suor Floralba e il contagio della seconda suora, Clarangela, fu chiamato il virologo più famoso del Congo, il dottor Jean-Jacques Muyembe, che fece prelevare un campione di sangue di suor Clarangela e di altri. Poi suor Vitarosa si premurò di mandare quei campioni, ben sigillati, ad Anversa: ma qui il laboratorio era chiuso e perciò furono mandati ad Atlanta.”

Un altro ricordo della suora da non tralasciare …

“Il nostro Fondatore aveva previsto nelle prime costituzioni sei voti: oltre ai tre tradizionali, c’erano i voti di dedicarsi alla gioventù, la speciale fedeltà alla Chiesa e, infine, il voto di adoperarsi per i malati “anche in tempo di malattie contagiose”. Ai tempi della professione delle sei suore venerabili, questi altri tre voti non si facevano più, ma loro ne hanno vissuto in pieno lo spirito.”

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