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Il Cardinale Raniero Cantalamessa “Credere in Cristo significa non essere mai disperati”

Il Cardinale Cantalamessa nella terza domenica di Quaresima si è soffermato in aula Paolo VI d’innanzi alla presenza del Papa sul passo evangelico Ma voi chi dite che io sia?” (Matteo 16, 15)

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Rita Sberna (24.03.2021 11:23, Gaudium Press) Interessante la riflessione che qualche domenica fa, il cardinale Raniero Cantalamessa ha tenuto presso l’aula Paolo VI alla presenza di Papa Francesco, ha toccato in profondità il passo evangelico di Matteo 16,15 dicendo che “Solo Gesù ci salva dall’essere “ritratti” mentre, disperati, lanciamo un “urlo” come fossimo in un quadro “alla Edvard Munch”. Sì, dall’essere noi quella persona “che attraversa correndo un ponte – sorpassando due individui che sembrano ignari e indifferenti a tutto – con gli occhi sbarrati, le mani intorno alla bocca emettendo un grido di disperazione”. Proprio dal rischio di ritrovarsi – tragicamente – in uno dei più famosi dipinti dell’arte moderna, che rappresenta visivamente dove porta la convinzione che la vita non ha senso”.

Ha sottolineato che oggi vi è la tendenza a comportarsi come se Cristo non esistesse, ed invece ha invitato a reagire diversamente rinnovando e intensificando di più la nostra fede.

Il Cardinale inoltre pone una domanda: “La fede nella divinità di Cristo nasce col nascere della Chiesa. Ma che ne è oggi di tale fede?”.

I consigli di Cantalamessa

“Bisogna cominciare – ha suggerito – con demolire in noi credenti, e in noi uomini di Chiesa, la falsa persuasione che quanto alla fede siamo a posto e che, semmai, dobbiamo lavorare ancora sulla carità. Chissà che non sia un bene, per un po’ di tempo, non volere dimostrare niente a nessuno, ma interiorizzare la fede, riscoprire le sue radici nel cuore!”.

Il senso della vita nel tempo della pandemia

Quasi a conclusione, il cardinale ha spostato l’attenzione della sua riflessione, sul senso della vita in piena pandemia: “La fede in Cristo, ha assicurato, dà “la possibilità di resistere alla grande tentazione del non-senso della vita che porta spesso al suicidio. Chi crede in Cristo sa che è amato da qualcuno e che questo qualcuno ha dato la vita per dimostraglielo”.

Un semplice consiglio pratico? Ripetere consapevolmente il Credo, non solo la domenica a messa…

La Quaresima che stiamo attraversando è molto insidiosa, la pandemia ne è una delle cause che aumentano le prove interiori, spirituali e fisiche della nostra vita ma riflessioni come queste possono aiutarci a comprendere che la Quaresima è anche un grande tempo di grazia, di riscoperta e di riflessione, un tempo in cui possiamo fare spazio nel nostro cuore ad un uomo nuovo tralasciando quello vecchio che di tanto in tanto cerca di riemergere.

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