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Il filologo marxista, l’esistenza di Gesù e la storicità dei Vangeli

La testimonianza del filologo marxista Luciano Canfora può aiutare molti cristiani che credono ma “più o meno”, a rafforzare la presenza nella loro vita del Cristo nato a Betlemme.

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Redazione (05/03/2024 16:01, Gaudium Press)  Anche se non c’è quasi più nessuno che metta in dubbio l’esistenza del Gesù storico, non mancano esemplari di questo tipo in via di estinzione. Ma soprattutto la testimonianza del filologo marxista Luciano Canfora può aiutare molti cristiani che credono, ma “più o meno”, a rafforzare la presenza nella loro vita del Cristo nato a Betlemme.

La questione è la seguente:

Nel 93 d.C., lo storico ebreo Flavio Giuseppe scrisse la sua opera “Antichità dei Giudei”, nella quale dedica un testo a Gesù di Nazareth. Questo testo è stato chiamato Testimonium Flavianum, la Testimonianza di Flavio sull’esistenza del Salvatore, proveniente appunto da una fonte non cristiana.

Ma questo Testimonium non è sfuggito all’attenzione dei critici, che lo hanno bollato come un’interpolazione dei cronisti cristiani posteriori a Flavio Giuseppe, liquidandolo così come un semplice falso.

Tuttavia, nel suo libro “La conversione. Come Flavio Giuseppe fu cristianizzato“, l’esperto di antichità e professore di filologia greca e latina all’Università di Bari, Canfora, difende l’autenticità del Testimonium Flavianum!

Perché questo non ha fatto notizia, si chiedono alcuni?

Un filologo di fama, appartenente a una corrente opposta al pensiero cattolico (Luciano Canfora è membro dell’Istituto Gramsci, che studia l’opera di questo filosofo, teorico della rivoluzione culturale marxista), ha affermato che la prima testimonianza non cristiana dell’esistenza di Gesù è… autentica.

Ma sappiamo che la stampa mainstream è solitamente interessata a screditare il Gesù storico, sia distorcendolo o addirittura negandolo, sia dando un fiume di pubblicità a elaborazioni caricaturali di fantasia, sullo stile de Il Codice Da Vinci.

Ora, però, il Testimonium del celebre Flavio Giuseppe (37-100 d.C.), pupillo dell’imperatore Tito Flavio Vespasiano, adottato dalla famiglia Flavia e autore non solo delle “Antichità Giudaiche” ma anche delle “Guerre Giudaiche”, ha ricevuto un sigillo di autenticità e per di più dalla parte opposta.

Ecco il passo su Gesù Cristo di Giuseppe, secondo la versione del filologo marxista Canfora, nella traduzione di Religione in libertà, che si erge a testimonianza non solo della reale esistenza di Gesù, ma anche della storicità dei Vangeli:

In questo lasso di tempo appare Gesù, un uomo saggio, purché sia chiamato “uomo”. Infatti, era un operatore di prodigi, un maestro di uomini: di quelli che accolgono con gioia le verità. E attirò a sé molti Giudei e molti Greci [pagani]: Egli era il Cristo!

E dopo che Ponzio Pilato lo ebbe condannato alla croce a causa della denuncia dei nostri notabili [primoris], quelli che prima lo amavano non si tirarono indietro.

Infatti, per loro egli riapparve [come] vivo tre giorni dopo [la sua morte]: questo e una miriade di altre cose straordinarie che i profeti divini avevano detto di lui. E ancora oggi esiste la “tribù” dei “cristiani”, che da lui prendono il nome.

 

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