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Il Giudice Livatino assassinato dalla mafia presto sarà beato

Fu ucciso ad Agrigento il 21 settembre 1990, all’età di 37 anni. Il Papa lo proclamerà martire in odium fidei.

Livatino 2

Rita Sberna (23.12.2020 15:06, Gaudium Press)Livatino fu trucidato 30 anni fa dai mafiosi della “Stidda”, finalmente salirà agli altari per volere di Papa Francesco e sarà beato. Rosario Livatino, viene ricordato come il “Giudice ragazzino” proprio per la sua giovane età, 37 anni all’epoca dei fatti, assassinato ad Agrigento il 21 settembre 1990.

La Santa Sede ha definito la sua uccisione “in odio per la fede” ed ecco perché verrà proclamato martire in odium fidei.

E’ nato a Canicattì il 3 ottobre 1952, ancora oggi si può riassumere la sua personalità in un motto da lui sempre pronunciato: «Non importa essere credenti, ma credibili».

Invece le sue annotazioni in agenda venivano concluse da questa frase: «Sub tutela Dei» ovvero «Sotto la tutela di Dio».

4000 pagine di testimonianze sono state raccolte nel corso degli anni, a sostegno della canonizzazione di Livatino. Tra i vari testimoni in evidenza c’è il nome di un killer, Gaetano Puzzangaro, che sconta l’ergastolo.

Il giorno dell’omicidio

Il Giudice Livatino a bordo della sua Ford Fiesta, alle 8:30 del mattino da Canicattì (dove abitava) si stava recando ad Agrigento, quando è stato avvicinato, braccato e ucciso da un gruppo di mafiosi senza pietà.

Stava percorrendo il viadotto a 3km dalla città dei Templi, e proprio lì una Fiat uno e una motocicletta lo hanno affiancato intimandogli di accostarsi. Gli assassini gli hanno sparato contro vari colpi di pistola, Livatino ha cercato di scendere dal mezzo ed in qualche modo scappare ma è stato raggiunto da un altro mafioso che ha scaricato vari colpi di pistola, uccidendolo.

Sul posto si sono recati i suoi colleghi, nomi molto noti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Livatino si era occupato nella sua attività della “Tangentopoli siciliana” ed è per questo che era diventato un personaggio scomodo per le cosche mafiose.

Un martire della fede

La causa di beatificazione è stata portata avanti dall’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, Livatino per chi lo ha conosciuto, era un grande uomo di fede, credibile proprio come diceva lui.

Nel 1993, dopo la sua morte, Giovanni Paolo II incontrò i suoi genitori e lo aveva definito «un martire della giustizia e indirettamente della fede».

Papa Francesco nel 2019 lo ha definito: «un esempio non soltanto per i magistrati, ma per tutti coloro che operano nel campo del diritto: per la coerenza tra la sua fede e il suo impegno di lavoro, e per l’attualità delle sue riflessioni».

La cerimonia di beatificazione potrebbe svolgersi proprio ad Agrigento nella primavera del 2021.

 

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