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Il Papa parla della virtù della Fortezza

 È “meglio allora invocare lo Spirito Santo e affrontare tutto con paziente fortezza”, ha detto Francesco all’udienza generale di ieri.

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Foto: Screenshot Vatican Media

Redazione (11/04/2024 15:35, Gaudium Press) Nella serie delle catechesi sulle virtù, nel corso dell’ udienza del mercoledì, tenutasi in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha parlato della virtù della fortezza, che “ci rende marinai resistenti, che non si spaventano né si scoraggiano”.

La fortezza è “la più ‘combattiva delle virtù’, quella che ci aiuta a portare frutto nella vita”, ha detto il Pontefice.

La fortezza è legata all'”appetito irascibile”, cioè all’aspetto passionale dell’anima.  Ma le passioni non sempre sono “il residuo di un peccato”, ma devono essere educate e orientate al bene. “Gesù aveva passione”, ha detto Francesco.

“Un cristiano senza coraggio, che non piega le proprie forze al bene, che non dà fastidio a nessuno, è un cristiano inutile. Gesù non è un Dio diafano e asettico, che non conosce le emozioni umane. Al contrario. Alla morte del suo amico Lazzaro, scoppia in lacrime, e in alcune sue espressioni traspare il suo spirito appassionato”.

Per la lotta contro i nemici interni ed esterni

Secondo la filosofia antica, la fortezza aveva “un duplice sviluppo, uno passivo e l’altro attivo”, e il Papa spiega che il primo “è diretto verso l’interno di noi stessi”, per lottare contro quei “nemici interni” come la paura, il senso di colpa e l’angoscia, da cui corriamo il rischio di rimanere paralizzati. Si tratta di vincere la lotta “contro noi stessi”, osserva Francesco, non cedendo a quelle paure che, per la maggior parte, “sono irreali e non diventano mai realtà”.

“Meglio allora invocare lo Spirito Santo e affrontare tutto con paziente fortezza: un problema alla volta, secondo le nostre possibilità, ma non da soli! Il Signore è con noi, se confidiamo in Lui e cerchiamo sinceramente il bene. Così, in ogni situazione, potremo contare sulla Provvidenza di Dio che sarà il nostro scudo e la nostra armatura”.

Ma la fortezza è anche per la lotta contro “i nemici esterni, che sono le prove della vita”.

Di fronte agli eventi imprevedibili della nostra vita, la fortezza “ci rende marinai resistenti, che non si spaventano né si scoraggiano”. Dobbiamo, sottolinea il Papa, prendere “sul serio la sfida del male nel mondo”, non far finta che non esista:

“Basta sfogliare un libro di storia, o purtroppo anche i giornali, per scoprire le ‘nefandezze’ di cui siamo in parte vittime e in parte protagonisti: guerre, violenze, schiavitù, oppressione dei poveri, ferite mai rimarginate e che ancora sanguinano.  La virtù della fortezza ci fa reagire e gridare un sonoro ‘no’ a tutto questo”.

La fortezza è particolarmente necessaria in Occidente, che “ha annacquato tutto”:

“Abbiamo bisogno di qualcuno che ci sollevi dal ‘luogo molle’ in cui ci siamo adagiati e ci faccia ripetere con determinazione il nostro ‘no’ al male e a tutto ciò che porta all’indifferenza. ‘No’ al male e ‘no’ all’indifferenza; ‘sì’ alla strada, la strada che ci fa andare avanti e per la quale dobbiamo lottare”, ha concluso Francesco, invitandoci a guardare alla forza di Cristo presente nel Vangelo.

Con informazioni tratte da Vatican News.

 

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