Gaudium news > La ‘linea rossa’ del cardinale Parolin ai vescovi tedeschi

La ‘linea rossa’ del cardinale Parolin ai vescovi tedeschi

È stato reso noto un documento inviato dalla Segreteria di Stato vaticana alla segreteria dei vescovi tedeschi.

vera PURWUK1dOS0 unsplash1 700x468 1

Foto: Vera su Unplash

Redazione (25/11/2023 13:16, Gaudium Press) L’agenzia di stampa Zenit ha tradotto una lettera del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, indirizzata ai vescovi tedeschi in cui, senza lasciare spazio a dubbi o discussioni, ha stabilito per quella Chiesa la sua linea rossa:

Si tratta di una nota della Segreteria di Stato alla segreteria generale dei vescovi tedeschi, datata 23 settembre e che costituisce la base per i prossimi colloqui tra il Vaticano e i vescovi tedeschi, previsti per gennaio, aprile e giugno del prossimo anno. Il documento è stato pubblicato da Die Tagespost.

Il documento stabilisce con chiarezza che il cosiddetto Cammino sinodale tedesco deve essere integrato nel Sinodo universale in corso, e non si può sperare che, negli incontri tra i vescovi tedeschi e il Vaticano, la Chiesa cambi posizione rispetto alla valutazione contraria degli atti omosessuali, e all’impossibilità del cosiddetto ‘sacerdozio femminile’. La Chiesa tedesca non può prendere una posizione diversa dalla Chiesa universale riguardo questi temi.

La nota ricorda inoltre le misure disciplinari previste dalla normativa della Chiesa per chiunque tenti di ordinare donne, o per una donna che tenti di ricevere tale ordinazione.

Di seguito la nota completa, nella versione di Zenit:

 

Nota della Segreteria di Stato del 23 ottobre 2023:

 

Alla luce dello sviluppo del cammino sinodale tedesco finora svolto, occorre innanzitutto rendersi conto che è attualmente in corso un cammino sinodale universale, convocato dal Santo Padre. È quindi necessario rispettare questo cammino della Chiesa universale ed evitare l’impressione che si stiano portando avanti iniziative parallele e indifferenti allo sforzo di “camminare insieme”.

A questo proposito, vale la pena riprendere alcune parole del Santo Padre al popolo di Dio in Germania: “Fratelli e sorelle, prendiamoci cura gli uni degli altri! Guardiamoci dalla tentazione del padre della menzogna e della divisione, il maestro dello scisma, che, cercando un bene apparente o una risposta a una situazione particolare, finisce per smembrare il corpo del popolo santo e fedele di Dio” (1).

Rispettando le preoccupazioni di alcuni membri della Chiesa in Germania, “allarghiamo la tenda” per continuare il dialogo già avviato, nella speranza che sia improntato al rispetto e all’affetto fraterno, tenendo conto dei temi presentati nei documenti che riassumono le proposte.

Tuttavia, è necessario chiarire fin da subito che questi temi sono di diversa rilevanza e non possono essere collocati tutti al medesimo livello. Alcuni di essi presentano aspetti che non possono essere discussi, ma anche aspetti che possono essere oggetto di un approfondito dibattito comune. Per altri, invece, non c’è possibilità di arrivare a un giudizio diverso, come i seguenti:

 

(a) Ordinazione sacerdotale riservata agli uomini:

“Sebbene la dottrina dell’ordinazione sacerdotale riservata ai soli uomini sia stata sia conservata dalla costante e diffusa tradizione della Chiesa, sia coerentemente insegnata dal Magistero nei documenti del recente passato, essa è tuttavia considerata discutibile nel nostro tempo in vari luoghi, oppure si attribuisce alla decisione della Chiesa di non ammettere le donne a questa ordinazione un significato meramente disciplinare. Pertanto, per dissipare ogni dubbio su questa importante questione, che riguarda la stessa costituzione divina della Chiesa, dichiaro, in virtù del mio ufficio di fortificare i fratelli (cfr. Lc 22,32), che la Chiesa non ha l’autorità di ordinare le donne al sacerdozio e che tutti i fedeli della Chiesa devono attenersi definitivamente a questa decisione” (2).

Papa Francesco ha riaffermato più volte in modo esplicito l’affermazione di San Giovanni Paolo II. Ad esempio:

“Riguardo all’ordinazione sacerdotale delle donne, la Chiesa ha parlato, e dice: No – Giovanni Paolo II lo ha detto, ma in termini definitivi. Questa porta è chiusa” (3).

“Per quanto riguarda l’ordinazione delle donne nella Chiesa cattolica, San Giovanni Paolo II ha detto l’ultima parola chiara, e questa rimane. È valida” (4).

“Non è una definizione dogmatica, anche se deve essere accettata da tutti. Nessuno può contraddirla pubblicamente” (5).

Siamo di fronte a una decisione vincolante e anche soggetta al potere giurisdizionale del Papa, con precise conseguenze disciplinari, che sono stabilite nelle norme sulle infrazioni riservate alla Congregazione per la Dottrina della Fede (11 ottobre 2021):

 

Art. 5.

 

La Congregazione per la Dottrina della Fede si riserva anche sull’infrazione più grave di tentata consacrazione di una donna:

1° Se colui che tenta di conferire la sacra ordinazione o la donna che tenta di ricevere la sacra ordinazione sono credenti in Cristo soggetti al CIC, sono passibili di scomunica come reato, la cui revoca è riservata alla Sede Apostolica a norma del can. 1379 § 3 CIC, il cui annullamento è riservato alla Sede Apostolica.

2° Se, invece, colui che intende conferire gli Ordini sacri o la donna che intende riceverli sono cristiani credenti soggetti al CCEO, devono essere puniti con la scomunica maggiore, il cui annullamento è riservato alla Sede Apostolica.

Sebbene oggi questa questione debba considerarsi chiusa in tutta la Chiesa, il Santo Padre Francesco ha formulato una riflessione che aiuta a comprendere il significato di questo insegnamento e invita a trovare altre vie per favorire una maggiore partecipazione delle donne:

“Rivendicare i legittimi diritti delle donne sulla base della ferma convinzione che uomini e donne possiedono la stessa dignità solleva per la Chiesa questioni profonde che la sfidano e che non possono essere superficialmente eluse. Il sacerdozio riservato agli uomini come segno di Cristo Sposo, che si dona nell’Eucaristia, è una questione che non si discute, ma che può dar luogo a particolari conflitti se l’autorità sacramentale viene troppo spesso confusa con il potere. Non bisogna dimenticare che quando si parla di autorità sacerdotale, ci si pone “sul piano della funzione e non su quello della dignità e della santità”.

Il sacerdozio ministeriale è uno dei mezzi di cui Gesù si serve per servire il suo popolo, ma la grande dignità viene dal battesimo, che è accessibile a tutti. L’assimilazione del sacerdote a Cristo Capo – cioè come principale fonte di grazia – non implica un’elevazione che lo ponga a capo di tutti gli altri. Nella Chiesa, le funzioni non stabiliscono “la superiorità di alcuni sugli altri”. Infatti, una donna, Maria, è più importante di tutti i vescovi. Anche se la funzione del sacerdozio ministeriale è intesa come “gerarchica”, bisogna tenere presente che è “interamente per la santità delle membra di Cristo”. Il suo centro di gravità non è il potere inteso come dominio, ma l’autorità di amministrare il sacramento dell’Eucaristia; questa è la base della sua autorità, che è sempre un servizio al popolo. Questa è una grande sfida per i pastori e i teologi, che potrebbero aiutare a riconoscere meglio ciò che questo implica in relazione al possibile ruolo delle donne nei vari ambiti della Chiesa dove si prendono decisioni importanti” (6).

 

  1. b) Un’altra questione sulla quale una Chiesa locale non ha la possibilità di prendere una posizione diversa riguarda gli atti omosessuali.

Infatti, anche se si riconosce che da un punto di vista soggettivo ci possono essere vari fattori che invitano a non giudicare le persone, ciò non cambia in alcun modo la valutazione della moralità oggettiva di questi atti.

Il costante insegnamento della Chiesa sottolinea che “la valutazione morale oggettiva dei rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso è stabilita in modo preciso e certo”. Un’altra questione, che non è in discussione qui, è il grado di credibilità morale soggettiva di tali relazioni in ogni singolo caso”.

 

Dal Vaticano, 23 ottobre 2023

 

Note:

1 Papa Francesco, Lettera al popolo di Dio pellegrino in Germania, 29 giugno 2019, n. 10.

2 San Giovanni Paolo II, Lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis sull’ordinazione sacerdotale riservata ai soli uomini, 22 maggio 1994, n. 4.5.

3 Papa Francesco, Dalla conferenza stampa durante il volo di ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro (28 luglio 2013).

4 Papa Francesco, Dalla risposta del Santo Padre ad Anna Kristina Kappelin per Sveriges TV durante il volo di ritorno dal Viaggio Apostolico in Svezia (1 novembre 2016).

5 Papa Francesco, “Risposte” del Santo Padre “ai dubia di due cardinali” (1° luglio 2023).

6 Papa Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 104.

7 Congregazione per la Dottrina della Fede, Notificazione relativa ad alcuni scritti di P. Marciano Vidal, C.S.R. (22 febbraio 2001).

7 Congregazione per la Dottrina della Fede, Notificazione riguardante alcuni scritti di P. Marciano Vidal, C.S.R. (22 febbraio 2001).

lascia il tuo commento

Notizie correlate