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La mediocrità e la strada dell’eroismo

”I sorrisi scettici e risentiti dei mediocri non riusciranno mai a fermare la marcia vittoriosa  di chi ha fede”       

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Redazione (21/01/2023 13:05, Gaudium Press) Una caratteristica inconfondibile del mediocre è quella di vivere ingabbiato, per sua volontà, dietro le sbarre di aspettative anguste e terrene. Diviene vittima di una sorta di ‘maledizione della banalità’, per cui gli orizzonti soprannaturali lo travolgono, provocandogli  antipatia e torpore.

La mediocrità si configura come una delle principali cause dell’ incredulità. La virtù della fede invece apre l’intelligenza dell’uomo agli orizzonti infiniti e grandiosi della Rivelazione, come un ponte che collega la terra al cielo.

Al contrario, per chi vive come i polli, rivolto a terra alla ricerca del cibo che sazi la pancia, queste prospettive soprannaturali provocano fastidio, irritazione e infine repulsione.

Dove manca la fede, i miracoli non compensano la sua assenza, come vediamo nella nostra società. Chi non conosce le inspiegabili guarigioni avvenute a Lourdes? I malati  ritornano sani dopo essere rimasti in fiduciosa preghiera all’ombra della grotta di Massabielle. Tanti sanno di questi miracoli, ma quanti pochi credono e si convertono nel cuore!

La spada della verità e la furia della mediocrità

“Rimprovera il giusto ed egli ti amerà” (Pr 9,8), dice la Scrittura. Tuttavia, se l’uomo non è giusto, il rimprovero lo spingerà all’odio. La mediocrità si basa su un concetto di sé elevato, su un orgoglio larvato e compiacente che porta il cuore umano a sentirsi soddisfatto di una vita piacevole e banale.

Per questo motivo, la persona mediocre nutre avversione per qualsiasi tipo di critica e reagisce come un animale feroce contro chiunque osi formulare la benché minima censura.

La mediocrità è la grande nemica della magnanimità, virtù legata alla fortezza, che manifesta con particolare splendore l’immensità della potenza e dell’amore di Dio. Nella sua vita pubblica, Nostro Signore si è presentato come la Grandezza incarnata, rivelando in modo brillante la soprannaturalità della sua missione e la sua origine divina: era il Verbo generato dal Padre, da tutta l’eternità e fatto Uomo nel grembo verginale di Maria Santissima.

E la Croce è stata il prezzo pagato dal Figlio di Dio per aver osato risplendere, in tal  modo, davanti agli occhi degli uomini,  sprofondati nell’orrenda e melmosa palude della mediocrità.

Il confronto tra la spada della verità e la furia bestiale della mediocrità mostra, in tutta chiarezza, che l’apostolato si svolge su un campo di battaglia dove i nemici più feroci possono essere coloro che, in apparenza, si presentano  cordiali e pacifici.

In questo senso, l’apostolo cattolico deve tenere ben desto il suo sguardo interiore, vigile e acuto, pronto a distinguere coloro che ascoltano con autentico piacere le fulgide verità del Santo Vangelo da coloro che invece vogliono rimanere addormentati nella notte dei loro peccati. Questi saranno i suoi più terribili avversari.

Pieno di coraggio, come imitatore della Sapienza incarnata, deve incoraggiare il bene e rimproverare il male, consapevole delle conseguenze che ne deriveranno: odio, lotta, rischio e talvolta martirio.

Panem et circenses

Il mondo di oggi si trova, in buona misura, sotto la tirannia della mediocrità.  Il ‘pane e giochi circensi’ degli antichi romani in piena decadenza, continua a essere, in una versione modernizzata, la moneta con cui il mondo compra la cecità volontaria delle folle.

Soldi, divertimenti, piaceri, comodità, progressi tecnologici e altre vanità riempiono le grette aspettative di milioni di persone che, come novelli Esaù, rinunciano a volare verso i nobili e ardui orizzonti della Fede in cambio di un banale piatto di lenticchie. Di loro San Paolo dice: “si comportano da nemici della croce di Cristo, […] il cui Dio è il ventre” (Fil 3,18-19).

Il risultato di questa prevaricazione è sotto i nostri occhi: quando mai nella storia dell’umanità c’è stata una crisi morale più drammatica e devastante di quella dei nostri giorni? I Comandamenti divini, senza eccezioni, sono inquinati nel modo più abominevole dalle masse inerti, schiave della mediocrità.

Tuttavia non dobbiamo scoraggiarci, perché la verità vincerà!

Imbocchiamo la strada dell’eroismo!

Lasciandosi immolare sulla croce e risorgendo nella gloria, Nostro Signore ha inferto un colpo mortale alla mediocrità e ha fatto nascere nella sua Chiesa una stirpe di eroi capaci delle più sante audacie per impiantare nel mondo l’obbedienza alla Legge divina.

Sì, una miriade di uomini e donne sono stati capaci, col disprezzo verso le meschine comodità mondane, di dare la vita per fare di questa terra un’immagine del Cielo e per conquistare l’eternità.

Per questo possiamo affermare, parafrasando un pensiero del dottor Plinio Corrêa de Oliveira, che “il sorriso scettico e risentito dei mediocri non potrà mai fermare la marcia vittoriosa di chi ha fede”.

Siamo invitati a far parte della radiosa e magnifica schiera di coloro che seguono Nostro Signore Gesù Cristo, lungo il sanguinoso cammino del Calvario, con la ferma certezza della vittoria finale.

Nostra Signora ha promesso a Fatima: “Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà”. Facciamo di queste parole il nostro vessillo di guerra e combattiamo per Lei nelle battaglie dell’apostolato, sapendo discernere l’azione della grazia che, in mezzo al pantano moderno, sta facendo spuntare un giglio bianchissimo e incontaminato.

Questo giglio sarà in grado di vincere, col suo irresistibile splendore, le tenebre della notte e di domare con la sua purezza militante il furore della tempesta. Da esso nascerà l’ordine sacrale, gerarchico e perfettissimo del Regno di Maria.

Mons. João Scognamiglio Clá Dias

Testo adattato dalla rivista Araldi del Vangelo, n. 241, gennaio 2022.

 

 

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