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La messa antica prevede nuove norme di maggiore responsabilità al vescovo

Il Papa pubblica un motu proprio per ridefinire le modalità di utilizzo del messale preconciliare.

Chiesa confessionale

Rita Sberna (21.07.2021 08:23, Gaudium Press) Papa Francesco, dopo aver consultato i vescovi del mondo ha deciso di modificare le norme che regolano l’uso del messale del 1962, liberalizzato come Rito Romano extra-ordinario” quattordici anni fa da Benedetto XVI.

Il Papa ha pubblicato il motu proprio “Traditionis custodes”, sull’uso della liturgia romana anteriore al 1970, allegando una lettera nella quale spiega le ragioni della sua decisione.

Le principali novità del motu proprio

Il Papa ha stabilito che “I libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II, sono l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano”. La responsabilità di regolare la celebrazione secondo il rito preconciliare torna al vescovo, moderatore della vita liturgica diocesana: “è sua esclusiva competenza autorizzare l’uso del Missale Romanum del 1962 nella diocesi, seguendo gli orientamenti dalla Sede Apostolica”. Il vescovo dovrà accertare che gruppi che già celebrano con il messale antico “non escludano la validità e la legittimità della riforma liturgica, dei dettati del Concilio Vaticano II e del Magistero dei Sommi Pontefici”.

Le messe con il rito antico non verranno più celebrate nelle parrocchie ma il vescovo stabilirà la chiesa e i giorni di celebrazione.

Le letture dovranno essere “in lingua vernacola” ed il sacerdote sarà un celebrante delegato dal vescovo.

I preti ordinati dopo la pubblicazione dell’odierno Motu proprio, che intendono celebrare con il messale preconciliare “devono inoltrare formale richiesta al Vescovo diocesano il quale prima di concedere l’autorizzazione consulterà la Sede Apostolica”.

Invece i preti che già lo fanno dovranno chiedere al vescovo diocesano l’autorizzazione per continuare a usarlo.

Gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, “a suo tempo eretti dalla Pontificia Commissione Ecclesia Dei” passano sotto la competenza della Congregazione per i Religiosi. I Dicasteri del Culto, e dei Religiosi vigileranno sull’osservanza di queste nuove disposizioni.

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