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La villetta della Misericordia, nel campus del Policlinico Gemelli

Uno spazio di accoglienza per i poveri e i senzatetto.

18. foto. vatican news

Rita Sberna (10.12.2020 14:04, Gaudium Press) La villetta della misericordia è uno spazio di accoglienza dove le distanze con la sofferenza, la solitudine e l’isolamento vengono abbattute. Chi viene accolto in questo spazio, ha un’occasione di rinascita nonostante la sofferenza ancora viva negli occhi di ognuno.

Gli ospiti della villetta della Misericordia sono le “vittime” della cultura dello scarto, persone emarginate senza casa e senza nulla, la cui unica compagnia è stata sempre la strada.

La strada non è una scelta, in molti casi è una costrizione, molti di loro hanno dormito nei pronto soccorso, per strada, sotto un ponte ecc … proprio questo ha portato alla nascita del centro di accoglienza che offre un letto su cui dormire, una doccia e un pasto caldo, in poche parole dona alla persona una certa dignità umana che per via della povertà aveva perso.

La nascita della villetta della Misericordia

Quest’idea di accoglienza è nata nel 2016 durante il Giubileo Straordinario della Misericordia, per rispondere all’invito di Papa Francesco ovvero fare dei gesti concreti verso gli emarginati della società.

Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha chiesto alla direzione generale del Policlinico Gemelli di Roma, di poter usufruire di una struttura inutilizzata nel campus del Policlinico, per accogliere persone senza fissa dimora.

Così è nata la villetta della Misericordia, grazie alla collaborazione della Comunità di Sant’Egidio e della direzione generale del Policlinico Gemelli, l’Istituto Toniolo (proprietario dello stabile) e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

La villetta ospita venti persone, di qualsiasi razza, sesso ed età, oltre a dormire e a mangiare, gli utenti ricevono assistenza medica, aiuto e sostegno per lo svolgimento di qualsiasi pratica documentativa, e poi tutti insieme fanno le vacanze fuori Roma, a Fiuggi, accompagnati e sostenuti dai volontari di Sant’Egidio.

Gianna Iasilli responsabile della Comunità di Sant’Egidio racconta a Vatican News: “Da quel settembre 2016 decine e decine di ospiti sono entrati alla Villetta, alcuni di loro oggi vivono in altre situazioni alloggiative, sicuramente migliori. E queste sono storie di successo. Abbiamo avuto anche persone molto malate, che non ce l’hanno fatta, ma nessuno è morto per strada, ecco perché credo che si possa dire che, anche in questo caso, non hanno vissuto la cultura dello scarto, perché sono stati comunque accompagnati fino all’ultimo”.

Alcune tra le persone accolte hanno problemi con l’alcool e sono persone con problemi psichiatrici.

La villetta è una sorta di “trampolino di lancio” in modo che ogni persona possa ritrovare un certo equilibrio e la propria identità di donna, uomo, madre, marito, la dignità che purtroppo la strada stessa gli ha strappato.

 

 

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