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Papa Francesco riceve il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica

In udienza dal Papa, Rafael M. Grossi parla della delicata situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia e annuncia una visita in Ucraina.

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   Redazione (14/01/2023 13:44, Gaudium Press) Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), Rafael Mariano Grossi, è stato ricevuto da Papa Francesco giovedì scorso, 12 gennaio. Grossi ha parlato anche con il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, e con il Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher.

In un’intervista rilasciata ai media vaticani, Grossi ha sottolineato la necessità di trovare soluzioni multilaterali alle crisi internazionali e di evitare l’escalation nucleare. Uno dei temi principali che ha affrontato è stata la delicata situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia e ha annunciato che presto si recherà nuovamente in Ucraina. Sarà il suo quinto viaggio nel Paese dall’inizio del conflitto nel febbraio 2022.

Grossi ha spiegato che l’incontro con Papa Francesco è stato di fondamentale importanza, “in questo momento difficile – con un’agenda internazionale complessa”,   e ha sottolineato che la voce e il messaggio del pontefice sulle minacce nucleari gli sembrano assolutamente necessari.

   “Ho incontrato Papa Francesco perché il lavoro dell’AIEA è diventato urgente: è un lavoro non solo dedicato alla questione dell’Ucraina, ma riguarda anche altre nazioni come l’Iran e la Corea del Nord. In questo momento, è chiaro che la sicurezza degli impianti nucleari in Ucraina è diventata urgente, indispensabile. Naturalmente, per quanto riguarda la situazione attuale, essa è sempre precaria, sempre fragile: i bombardamenti intorno e talvolta sullo stabilimento di Zaporizhzhia, continuano”.

 Santa Sede: sostegno fondamentale

Ha spiegato che dalla sua visita in Ucraina, lo scorso settembre, è riuscito a stabilire una presenza continua dell’Agenzia a Zaporizhzhia e che, al momento, il suo impegno è quello di raggiungere un accordo politico tra Mosca e Kiev per garantire una zona di protezione e sicurezza nucleare intorno all’impianto.

Rispondendo ai giornalisti, il direttore generale dell’AIEA ha aggiunto che il sostegno della Santa Sede è fondamentale, “perché sottolinea l’importanza in termini di pace, con una voce universale come quella del Santo Padre, soprattutto in questo conflitto in Ucraina, che è un conflitto in Europa, ma è anche un conflitto che coinvolge i cristiani di tutto il mondo”.

Grossi ha detto che ascoltare la voce del Santo Padre è indispensabile e che si riconosce nella sua guida spirituale non solo perché è cattolico, “ma anche per la forza reale nel mondo di questa voce in questo tempo di guerra”.

Alla domanda sulle sue aspettative riguardo alla creazione di una zona di sicurezza presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia, Grossi ha risposto che “ovviamente non è un negoziato facile perché è una questione che coinvolge aspetti tecnici oltre che politici e militari”. L’ho detto ieri qui a Roma: il tavolo dei negoziati si è allargato. Non parlo solo con i diplomatici, con i leader politici, ma anche con i militari: generali, colonnelli, persone che hanno obiettivi militari in una zona attiva di combattimento “.

Ha spiegato che ha bisogno di chiarirlo alla comunità internazionale perché si tratta di una zona con una intensa attività militare. “La mia sfida è arrivare a un punto in cui ci sia una ‘santuarizzazione’ – con un neologismo, per così dire – dell’impianto, che sia visto non come un problema ma come una soluzione a eventuali conseguenze più gravi: è chiaro, infatti, che un incidente nucleare avrebbe conseguenze non limitate a uno dei due Stati in guerra, ma ad un’area geografica più vasta e forse all’intera Europa. E per questo c’è l’insistenza dell’Agenzia e mia personale”.

Le armi nucleari non garantiscono la sicurezza

Ha dichiarato di ritenere di aver fatto progressi e che la prossima settimana sarà di nuovo in Ucraina per continuare questo ciclo di negoziati e ha ventilato la possibilità di recarsi anche in Russia, eventualità non ancora confermata.

Su ciò che l’AIEA può fare per promuovere l’uso esclusivamente pacifico dell’energia nucleare, Grossi ha sottolineato l’importanza di rafforzare l’impegno per un mondo senza armi nucleari.

“Molti Paesi hanno l’idea – e questa è un’idea assolutamente sbagliata – di pensare che forse, a questo punto, la possibilità di  uno sviluppo nazionale di armi nucleari dovrebbe essere riconsiderata. È a questo che l’Agenzia deve dire no: abbiamo già una situazione internazionale difficile e non dovremmo renderla ancora più difficile. Se c’è una cosa chiara – il Santo Padre, la Chiesa l’ha detto – è che le armi nucleari non danno sicurezza: è il contrario. È il contrario! E questo va detto. Dobbiamo avere la pazienza e la capacità di convincere gli Stati, e non è facile”, così ha concluso.

 

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