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Perché Santa Rita è conosciuta come la santa delle cause impossibili?

Santa Rita dedicò la sua vita alla cura e all’assistenza dei malati di peste, senza mai contrarre nessuna delle malattie che portarono tanti alla morte.

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Santa Rita da Cascia

Redazione (22/05/2023 15:25, Gaudium Press)  Subito dopo la sua morte, Santa Rita da Cascia era già venerata come protettrice contro la peste, probabilmente perché dedicò la sua vita alla cura e all’assistenza dei malati che contraevano la peste, senza mai contrarre nessuna delle malattie che portarono tanti alla morte. Questo fu uno dei motivi principali per cui divenne nota come la Santa delle cause impossibili.

Chi era Santa Rita da Cascia?

Santa Rita nacque nel 1381, vicino Cascia, nella bellissima Umbria, terra di santi: Benedetto, Scolastica, Francesco d’Assisi, Chiara, Angela, Gabriele…  Santa Rita appartiene al famoso gruppo di donne che attraversarono tutte le condizioni di stato: sposate, vedove e religiose.

Pochi santi hanno goduto di tanta devozione come Santa Rita, avvocata delle cause impossibili, era ed è molto ricercata da coloro che hanno necessità del suo intervento. La sua passione preferita era la meditazione della Passione di Gesù. Era una ragazza precoce, incline alle cose di Dio, che sapeva leggere i messaggi del Creatore nelle creature.

Straordinario modello di moglie, madre, vedova e suora

Fin dall’infanzia ebbe una forte inclinazione per la vita religiosa. Ma la Divina Provvidenza dispose che passasse attraverso tutti gli stati, li santificasse e diffondesse la luce del suo esempio e l’aroma della sua virtù. Fu uno straordinario modello di moglie, madre, vedova e suora.

La sua famiglia aveva voluto che sposasse Paolo Fernando, del suo villaggio natale. Fu un vero martirio, perché Paolo era capriccioso e violento. Rita accettò il suo ruolo: tacere, soffrire, pregare. La sua gentilezza e la sua pazienza portarono alla conversione del marito. Nacquero due gemelli che li riempiono di gioia. Alla pace seguì la tragedia: il marito venne assassinato, come conseguenza della sua vita precedente.

Nella sua vita si verificò un fatto che sembra incomprensibile dal punto di vista naturale: vedendo che non era riuscita a far abbandonare ai suoi figli l’idea della vendetta, chiese a Dio – con l’intenzione di evitare un nuovo crimine – che li portasse via piuttosto che vederli colpevoli. E il Signore esaudì la sua richiesta: i suoi figli morirono.

La sua vita fu sempre difficile e dolorosa, ma la fede l’accompagnò sempre.

Vennero per lei gli anni difficili e con essi la solitudine, le lacrime, le preghiere. Ma arrivò anche l’opportunità di realizzare il suo desiderio d’infanzia: diventare religiosa. Per tre volte tentò di entrare nell’ordine delle Suore Agostiniane di Cascia e per tre volte fu respinta.

Infine avvenne un prodigio: San Giovanni Battista, Sant’Agostino e San Nicola da Tolentino le apparvero e la introdussero nel monastero. Fu quindi ammessa, fece la professione nel 1417 e vi trascorse 40 anni, vivendo solo in funzione di Dio.

Rita percorse le tre vie della vita spirituale: purgativa, illuminativa e unitiva. Una volta la sua superiora le diede l’ordine di innaffiare un ramo secco. Rita eseguì rigorosamente l’ordine per diversi mesi e il tralcio germogliò ed è  ancora oggi vivente.

Dal crocifisso ricevette la lezione su come essere santa.

Rita, come Francesco d’Assisi, fu segnata da una delle stimmate della Passione: una spina molto dolorosa sulla fronte. Rita guardava il crocifisso e da quella scuola imparava la lezione. Nel giardino del convento, in pieno inverno, nacquero una rosa e due fichi per soddisfare i suoi desideri da malata. Quando morì, la cella si illuminò intensamente e le campane suonarono da sole per glorificarla.

Il suo corpo è ancora oggi incorrotto. Quando Rita morì nel 1457, la ferita sulla fronte brillava sul suo volto come una stella su un cespuglio di rose. Leone XIII la canonizzò nel 1900.

Santa Rita delle cause impossibili, intercedi per noi! Amen.

 

(Fonte: Infovaticana / Felipe Aquino – @pfelipeaquino)

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