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Porterà più domande che risposte la poca chiarezza del documento preparatorio del Sinodo

E’ stato reso noto martedì 20 giugno il documento che guiderà i lavori dei partecipanti alla prossima 16ª Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

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Foto: Segreteria.synod.va

Redazione (22/06/2023 15:01, Gaudium Press) È stato reso noto martedì scorso il documento che guiderà i lavori della prossima XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi che si terrà tra il 4 e il 23 ottobre.

Il documento riporta una serie di domande, raccolte attraverso un sondaggio mondiale tra i cattolici, che sottolineano la necessità di una maggiore inclusione, decentramento e ascolto da parte della Chiesa cattolica.

Il testo è stato presentato  durante una conferenza stampa in Vaticano, alla presenza del presidente della Segreteria del Sinodo, cardinale Mario Grech, del relatore generale dell’Assemblea, cardinale Jean-Claude Hollerich e  di p. Giacomo Costa SJ, della Segreteria per la Comunicazione del Sinodo.

Il testo base o “strumento di lavoro” (Instrumentum laboris) delle assemblee sinodali è spesso chiamato “documento martire”, perché viene scartato dopo l’inizio dei lavori. A meno che il Papa non decida di includerlo tra i testi del suo magistero, l’Instrumentum laboris serve solo come “lineamenta“, cioè come guida per le discussioni dei partecipanti.

Il documento conclude la fase di ascolto e di preparazione di questa assemblea sinodale, che si svolgerà in due tappe annuali e che, per la prima volta dalla sua creazione da parte di Paolo VI, consentirà il voto dei partecipanti anche non vescovi.

Sebbene l’elenco dei partecipanti non sia stato reso pubblico, è già stato deciso che l’assemblea si terrà nell’Aula Paolo VI e non nell’Aula del Sinodo, come di consueto. La ragione addotta è che, oltre al numero insolito dei componenti, l’Aula permette la formazione di “tavole rotonde”, dove i vescovi siederanno accanto a religiosi e laici, uomini e donne, per pregare e riflettere insieme sui temi proposti. Sono attesi oltre 300 persone tra vescovi, esperti e uditori.

Il 21% dei delegati non saranno vescovi.

Secondo la Segreteria del Sinodo, il 21% dei delegati votanti nell’assemblea non sarà costituito da vescovi e il Papa sceglierà personalmente 70 delegati che saranno sacerdoti, religiosi, consacrati e diaconi. È prevista inoltre la partecipazione di un numero significativo di donne.

Il documento è stato redatto da un comitato di 22 persone e, come riferisce il relatore dell’assemblea, il cardinale Hollerich, è stato approvato da Papa Francesco. Lo strumento di lavoro affronta questioni controverse come la possibilità di ordinazione diaconale delle donne, l’allentamento della regola del celibato sacerdotale, un nuovo tipo di accoglienza per le cosiddette persone LGBTQ+ e una maggiore partecipazione dei laici alle decisioni di governo delle diocesi e delle parrocchie. C’è anche la ripetuta richiesta di riformare i curricula dei seminari per includere un approccio sinodale.

Tali proposte suggeriscono che la Chiesa adotti un processo “sinodale”, cioè partecipativo, nelle sue strutture di governo,  il che implica uno stile di conduzione delle assemblee basato sulla “conversazione nello spirito” e sul “discernimento” da parte di vescovi e fedeli.

Il testo suggerisce anche che i candidati al ministero ordinato siano “formati con uno stile e una mentalità sinodale”. Allo stesso modo, raccomanda a coloro che non comprendono o non sono d’accordo con le proposte, di intraprendere un “cammino sinodale di effettiva ricezione” delle stesse.

Tra le priorità delineate nel documento c’è il ruolo delle donne nella Chiesa. Una delle schede di lavoro, che accompagnano il testo, propone la seguente domanda di discernimento: “La maggior parte delle Assemblee continentali e le sintesi di numerose Conferenze episcopali chiedono di riconsiderare la questione dell’accesso delle donne al Diaconato. Come si può affrontare questa questione?”.

Il documento sinodale propone anche suggerimenti per la preghiera e la riflessione preparatoria, ricordando che i documenti finali delle Assemblee continentali menzionano spesso “coloro che non si sentono accolti nella Chiesa, come i divorziati  risposati, le persone con matrimoni poligami o le persone LGBTQ+”.

“Come possiamo creare spazi in cui coloro che si sentono feriti dalla Chiesa e non accolti dalla comunità possano sentirsi riconosciuti, accolti, non giudicati e liberi di porre domande?”.

Alla luce dell’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia, quali passi concreti sono necessari per raggiungere le persone che si sentono escluse dalla Chiesa a causa della loro affettività e sessualità (ad esempio, i divorziati risposati, le persone con matrimoni poligami, le persone LGBTQ+) ?, si chiede nel documento.

Sebbene i responsabili affermino che il Sinodo si occuperà specificamente di sinodalità e non di questioni di morale e dottrina – cosa che è stata ribadita dal cardinale Hollerich alla presentazione del documento – il testo dice che potrebbero essere discusse alcune preoccupazioni che richiedono “un’ulteriore riflessione sul Deposito della Fede e sulla Tradizione vivente della Chiesa”.

Il documento ha anche un particolare formato di presentazione che consiste in 15 fogli di lavoro, con domande per il discernimento e infografiche, sui temi del discernimento e della “conversazione nello spirito”.

Nessuna paura per le tensioni

Per quanto riguarda le tensioni che potrebbero sorgere con le proposte, il documento afferma: “Non dobbiamo essere spaventati da esse, né cercare di risolverle a tutti i costi, ma impegnarci in un discernimento sinodale continuo. Solo così queste tensioni possono diventare fonti di energia e non cadere in polarizzazioni distruttive”.

Nel suo intervento, il presidente della segreteria del Sinodo, il cardinale Mario Grech, ha suscitato qualche sorpresa quando ha affermato che il documento per il Sinodo sulla sinodalità non offre una “sistematizzazione teorica della sinodalità”, ma è solo il frutto di una “esperienza di Chiesa, di un cammino in cui tutti impariamo di più, camminando insieme”.

Sorprendente anche l’intervento del cardinale Hollerich, il quale ha affermato che il documento, che pure contiene decine di domande per la riflessione, potrebbe o meno “ricevere risposte dai partecipanti al Sinodo dei vescovi”.

Secondo il cardinale, lo Strumento di lavoro dell’assemblea “è piuttosto il risultato del processo sinodale a tutti i livelli, un risultato che porta a molti interrogativi”.

“Queste domande vanno poste nel quadro generale di come rispondere alla chiamata dello Spirito e di come crescere come Chiesa sinodale”. “Lo Spirito Santo è il vero protagonista del Sinodo”, ha detto.

Infine, padre Giacomo Costa, S.J., del settore Comunicazione della Segreteria del Sinodo, ha parlato del metodo della “conversazione nello Spirito” che sarà una sorta di metodologia di lavoro per l’assemblea di ottobre: “La conversazione nello Spirito può essere descritta come una preghiera condivisa in vista di un discernimento comune, per il quale i partecipanti si preparano attraverso la riflessione e la meditazione personale (…) La conversazione nello Spirito è tanto più fruttuosa quanto più tutti i partecipanti sono presenti e si impegnano con convinzione, condividendo esperienze, carismi e ministeri al servizio del Vangelo”.

In assenza di definizioni categoriche sui temi e la metodologia, tutto lascia intravedere che la prossima assemblea del Sinodo dei vescovi lascerà più domande che risposte.

 

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