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San Giuseppe,che il Creatore dell’Universo ha chiamato padre

Alcuni tratti di questo insuperabile eroe e vero Crociato della Luce, San Giuseppe.

 

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Redazione (18/03/2023 14:20, Gaudium Press) Il prologo del Vangelo di San Giovanni è una magnifica sintesi dell’intera opera dell’Incarnazione e della Redenzione. Trattando nei suoi versetti sull’azione divina nel mondo, attraverso il Figlio di Dio fattoSi carne nel purissimo grembo di Maria, l’Evangelista fornisce la chiave di lettura dello svolgersi degli eventi, dalla creazione al Giudizio Universale: la lotta tra il bene e il male. È questa l’essenza della Storia, il fattore che la spiega nel suo significato più profondo.

Dice infatti il Discepolo Amato, riferendosi a Gesù Cristo: “La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta” (Gv 1,5).Un confronto terribile che sarà descritto ancora meglio da Nostro Signore nel colloquio notturno con Nicodemo: “La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce” (Gv 3,19a). E la ragione di questa scelta sbagliata è la disobbedienza alla Legge divina: “perché le loro opere erano malvagie” (Gv 3,19b).

Alla nascita, Gesù trova il mondo avvolto nelle tenebre a causa della stoltezza e della macchia del peccato. Per questo il Salvatore è rifiutato dagli uomini, perché “chi fa il male odia la luce e non si avvicina alla luce per non far vedere le sue opere” (Gv 3,20). Sì, chi percorre le vie distorte del vizio, quando si vede davanti alla luce, si rende conto della propria turpitudine e cerca di nascondersi alla chiarezza che rivela il suo stato deplorevole.

L’atteggiamento opposto è quello dell’uomo virtuoso: “Chi agisce secondo verità si avvicina alla luce, perché sia manifesto che le sue opere sono fatte in Dio” (Gv 3,21). Si delinea così la fisionomia morale del bene e del male: i figli della luce amano Dio e desiderano avvicinarsi a Lui; i figli delle tenebre lo detestano e cercano di allontanarsi da Lui, arrivando all’estremo di volerlo distruggere, se fosse possibile. La vita di nostro Signore Gesù Cristo deve essere contemplata in questa luce. Egli è, nella sua morte e risurrezione, la luce vittoriosa sulle tenebre; il suo trionfo è stato tanto più glorioso quanto più grande era l’odio scatenato contro di lui dal diavolo e dai suoi servi.

Tuttavia, prima di consumare questa sconfitta del male sul Calvario, Nostro Signore decise di entrare nella storia umana lontano dai fasti dei palazzi, nel silenzio di un rifugio nascosto e soggetto alla debolezza dell’infanzia. Gli unici cortigiani del Re dei Re furono la sua incomparabile Madre, Maria, e il suo padre verginale, San Giuseppe, l’uomo giusto per eccellenza, che compì in tutto la volontà di Dio. Unito a questa coppia immacolata e innocente, volle nascere Gesù, mostrando così la sua preferenza per la virtù più alta e sublime.

Giuseppe, il crociato della luce

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Inviando il Figlio nel mondo, il Padre sapeva che sarebbe stato circondato dall’odio sfrenato e mortale dei malvagi, come sarà evidente con il sanguinoso episodio del martirio dei Santi Innocenti, ordinato da Erode. Tuttavia, non lo fece nascere in un castello inespugnabile costruito sulla roccia, né gli fornì eserciti numerosi e disciplinati, né gli diede una compagnia di guardie per scortarlo. Le soluzioni di Dio sono sempre più belle!

Il piccolo Gesù era già protetto dall’affetto della migliore delle madri, ma per difenderlo da tanti rischi fu scelto un solo uomo: Giuseppe, che il Padre Eterno stesso aveva scelto per essere, su questa terra, il padre verginale di Gesù. Egli sarà il braccio forte dell’Onnipotente per custodire e salvare il Figlio di Dio e la sua Santissima Madre dai più svariati pericoli.

Per questo motivo, San Giuseppe era un uomo dotato della più alta saggezza, di un vigore indomito e di un’innocenza senza macchia. Nessuno in tutta la Storia univa come lui la più fine intelligenza alla più completa purezza, diventando così un tassello fondamentale per la vittoria del bene sul male.

Sulle virtù e le doti eccezionali del casto Sposo della Madonna, il dottor Plinio commenta:

“Sposato a Colei che è chiamata lo Specchio della Giustizia, padre adottivo del Leone di Giuda, San Giuseppe doveva essere un modello di sapienza, di castità e di forza. Un uomo fermo, ricco di intelligenza e giudizio, capace di prendersi cura del segreto di Dio. Un’anima di fuoco, ardente, contemplativa, ma anche impregnata di affetto.

“Discendeva dalla dinastia più augusta che sia mai esistita al mondo, cioè quella di Davide. […] Come principe, conosceva anche la missione di cui era investito e l’ha compiuta magnificamente, contribuendo alla conservazione, alla difesa e alla glorificazione terrena di Nostro Signore Gesù Cristo. Nelle sue mani il Padre Eterno aveva affidato questo tesoro, il più grande che ci sia mai stato e che mai ci sarà nella storia dell’universo! E tali mani non potevano che essere quelle di un autentico capo, di un uomo di grande prudenza e profondo discernimento, oltre che di alto affetto, per circondare il Figlio di Dio fatto uomo, con la necessaria dolcezza, adorazione e venerazione.

“Allo stesso tempo, era un uomo pronto ad affrontare, con perspicacia e fermezza, qualsiasi difficoltà gli si presentasse: sia quelle di natura spirituale e interiore, sia quelle causate dalle persecuzioni degli avversari di Nostro Signore. […]

“Si usa giustamente apprezzare e lodare la vocazione di Goffredo di Buglione, il guerriero vittorioso che, nella prima crociata, comandò le truppe cattoliche nella conquista di Gerusalemme. È una bella impresa! È il crociato per eccellenza.

“Tuttavia, molto più che riconquistare il Santo Sepolcro è difendere Nostro Signore Gesù Cristo stesso! E di ciò San Giuseppe fu gloriosamente incaricato, divenendo il cavaliere modello nella protezione del Re dei re e Signore dei signori”[1].

Il più grande tra i nati di donna?

Senza dubbio, San Giuseppe è il più grande Santo della storia, dotato di una vocazione superiore a quella degli Apostoli e di San Giovanni Battista, come sottolineano autori importanti.[2]Questa affermazione è basata sul fatto che il ministero di San Giuseppe è intimamente unito alla Persona e alla missione redentrice di nostro Signore Gesù Cristo, partecipando in modo misterioso al piano ipostatico. Tale vicinanza al Dio fatto Uomo gli permise di beneficiare come nessun altro, dopo la Madonna, degli effetti dell’Incarnazione,  santificato in modo sovrabbondante da quel Bambino divino che lo avrebbe chiamato padre, anche se San Giuseppe non  contribuì alla sua generazione naturale.

Né era opportuno che colui che era stato scelto per essere lo sposo vergine della Madonna non fosse all’altezza della creatura più pura e più santa uscita dalle mani di Dio. Alla luce di ciò, si può ipotizzare che egli sia stato santificato fin dal suo concepimento, come suo Sposo?

In realtà, molte verità non ancora rese manifeste sulla persona di San Giuseppe dovrebbero essere proclamate a gran voce, per rendere evidente la grandezza nascosta di quest’uomo. Tanto più che, nell’ora di crisi e di tragedia in cui si trovano il mondo e la Chiesa, la sua figura dovrebbe assumere un rilievo provvidenziale. Il casto Sposo di Maria apparirà in tutto il suo splendore, come mai prima d’ora nella storia, affinché i fedeli ricorrano a lui come insigne difensore del bene.

Sì, San Giuseppe è già stato proclamato Patrono della Santa Chiesa,[3] ma non ha ancora mostrato all’umanità la forza del suo braccio. Tempus faciendi! Stanno arrivando i giorni in cui, sotto la protezione del padre verginale di Gesù, gli eletti di Dio compiranno grandi imprese per instaurare il Regno di Cristo sulla terra, un Regno di pace e di purezza, un Regno anche, perché non dirlo, di Maria e Giuseppe.

Tratto, con adattamenti, da:

CLÁ DIAS, João Scognamiglio. San Giuseppe: chi lo conosce?… San Paolo: Lumen Sapientiae, 2017, p. 21-27.

[1] CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. São José, esposo de Maria e pai adotivo de Jesus. In: Dr. Plinio. São Paulo. Ano II. N.12 (Mar., 1999); p.14-15; 17.

[2] Cf. SUÁREZ, SJ, Francisco. Misterios de la vida de Cristo. In: Obras. Madrid: BAC, 1948, t.III, p.261-281.

[3] Cf. SAGRADA CONGREGAÇÃO DOS RITOS. Decreto Quemadmodum Deus, 8/12/1870.

 

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