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San Tommaso e la reliquia della cintura della Madonna

 Secondo una pia e antica tradizione, la Vergine Maria, dopo essere stata assunta in cielo in anima e corpo, lasciò un dono all’apostolo San Tommaso.

 

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Redazione (03/07/2023 15:25, Gaudium Press) Chiunque parta da Firenze e percorra venti chilometri in direzione nord-ovest troverà, sulle rive del fiume Bisenzio, una città industriale le cui fabbriche le hanno fatto guadagnare il soprannome di “Manchester d’Italia”. Si tratta di Prato. Questa città, nonostante la bruttezza delle sue industrie e la semplicità del suo nome, oltre ad essere stata un famoso centro artistico nella storia della Toscana, ospita nel suo centro storico una delle più toccanti reliquie della Madre di Dio.

Lo scetticismo di San Tommaso

È nota la storia di San Tommaso, uno dei Dodici Apostoli, che, poiché era assente al momento dell’apparizione del Signore dopo la Risurrezione, non volle crederci, nonostante la testimonianza dei suoi compagni. Solo otto giorni dopo, quando Gesù apparve loro di nuovo, Tommaso poté accertarsi della verità mettendo le dita sulla ferita del Salvatore. A quel punto credette.

Gli anni passarono e Tommaso divenne uno degli apostoli più intrepidi, portando il Vangelo fino ai confini della Persia e dell’India. Secondo la bella tradizione che ci è pervenuta, si trovava in una di quelle terre lontane quando ricevette da San Pietro il messaggio di tornare senza indugio a Gerusalemme, perché Maria, la Madre del Signore, li stava lasciando e voleva congedarsi da tutti. Tommaso si mise in viaggio per tornare, ma ancora una volta era in ritardo. La Madre di Dio era già salita al cielo.

San Tommaso, ancora una volta preso dallo scetticismo, era riluttante a credere nell’Assunzione della Beata Vergine e chiese a San Pietro di aprire il sepolcro per poter vedere di persona ciò che era accaduto. Quando la sua richiesta fu esaudita, scoprì che nella tomba vuota c’erano solo molti gigli e rose. In quel momento, alzando gli occhi al cielo, Tommaso vide la Madonna in gloria che, sorridendo, si slacciò la cintura e gliela gettò tra le mani come simbolo di benedizione e protezione materna.

O cinto de Nossa Senhora

La cintura della Madonna

Questa cintura è la reliquia che si venera nel Duomo di Prato. Arrivò da Gerusalemme nel 1141, portata da Michele Dagomari, un abitante della città che era stato in Terra Santa. All’inizio nessuno diede molta importanza a quella reliquia di non provata autenticità. Ma nel 1173 la Provvidenza si servì di un evento straordinario per far sì che tutti la riconoscessero come autentica.

In occasione della festa di Santo Stefano, patrono della città, era consuetudine deporre tutte le reliquie sull’altare per benedire con esse i malati e gli indemoniati. In quell’occasione fu esposta anche la scatola contenente la cintura della Madonna. Quando fu avvicinata ad una donna posseduta questa, appena toccata la scatola, cominciò a dire insistentemente  che quella cintura apparteneva alla Beata Vergine, e in quello stesso momento fu liberata dal suo male.

Iniziò allora il culto pubblico della sacra reliquia. Lo stesso San Francesco d’Assisi, nel 1212, si recò con i suoi primi frati a Prato per venerarla. Ma se questo culto ha già più di otto secoli di storia, la devozione alla sacra cintura della Madonna è molto più antica: fu istituita da Sant’Agostino, che decise la costituzione di una Confraternita della Sacra Cintura, che esiste ancora oggi tra gli Agostiniani.

La reliquia viene esposta alla pubblica venerazione cinque volte l’anno: a Pasqua, il 1° maggio, il 15 agosto, l’8 dicembre e a Natale. In queste occasioni, viene collocata sul pulpito esterno, a destra della Cattedrale, di fronte alla bella piazza medievale della città.

Uno dei luoghi di pellegrinaggio mariano più frequentati in Italia

Questa devozione fa sì che Prato sia ancora oggi uno dei luoghi di pellegrinaggio mariano più frequentati d’Italia.

San Tommaso divenne uno degli apostoli più intrepidi, portando il Vangelo fino ai confini della Persia e dell’India.

Se il lettore dovesse trovarsi a Prato, si assicuri di entrare nel Duomo – una splendida realizzazione in stile gotico toscano – e di cercare a sinistra la Cappella del Sacro Cingolo, dove è possibile venerare questa straordinaria reliquia. Chiedete alla Vergine le grazie di cui avete bisogno e non dimenticate di ammirare i meravigliosi affreschi che raffigurano, oltre alla consegna della cintura a San Tommaso, altri episodi della vita della Madonna.

Maria, madre di misericordie inimmaginabili, ha voluto dimostrare a San Tommaso e a tutti noi che, anche se siamo restii a credere e anche se siamo immersi nelle nostre miserie, Lei sarà sempre pronta a compiere miracoli portentosi per confermarci nella Fede e per legarci a Lei con la sua Cintura, proteggendoci con la sua tenerezza materna.

Di Suor Mariana Arráiz de Morazzani, EP.

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