Gaudium news > Santa Lucia: vissuta più per l’anima che per il corpo

Santa Lucia: vissuta più per l’anima che per il corpo

Oggi, 13 dicembre, celebriamo la memoria di Santa Lucia. Come ha potuto una semplice fanciulla opporsi alle autorità pubbliche e preferire la morte alla rinuncia al voto di castità?

S LUCIA 700x612 1

Redazione (13/12/2023 13:56, Gaudium Press) Fu all’interno dei confini dell’Impero Romano che, per disegno dell’Altissimo, nacque la Santa Chiesa Cattolica. Tuttavia, questo immenso potere temporale, vedendo il potere spirituale fiorire con sconcertante rapidità, fu dapprima incuriosito e timoroso, e infine ostile fino all’estrema violenza.

I sublimi insegnamenti cristiani contraddicevano i costumi prevalenti di quegli uomini dal cuore duro. Vittima di ogni tipo di calunnia, la Chiesa nascente si trovò ad essere bersaglio di sanguinose persecuzioni scatenate dalle autorità romane con l’obiettivo di soffocarla inesorabilmente.

Durante il regno di Diocleziano (284-305), questo clima di orrore raggiunse il suo apice. Per editto di questo imperatore, tutte le chiese dovevano essere demolite e tutti i cristiani che ricoprivano cariche pubbliche erano costretti ad abiurare la loro fede in Cristo.

Fu in quest’ultima fase del periodo di grandi persecuzioni che emerse un’anima di rara virtù: la giovane Lucia.

Voto di verginità

Nata a Siracusa da una nobile famiglia cristiana, si consacrò a Gesù nella prima adolescenza, offrendogli il fiore della sua verginità.

Suo padre morì quando lei era ancora molto giovane. Sua madre, Eutichia, pur essendo cristiana, non si era completamente liberata delle glorie e delle attrattive di questo mondo. Così, desiderosa di dare alla figlia un futuro pieno di fama e di onori, la promise in sposa ad un giovane ricco e affermato, ma pagano.

La casta Lucia, che teneva segreto il suo voto, cercava sempre di evitare l’argomento. Riponeva tutta la sua fiducia in Dio e aspettava un’occasione provvidenziale per rivelare alla madre la sua ferma e risoluta risoluzione di appartenere solo a Cristo.

Nonostante l’atroce persecuzione dei cristiani, la festa di Sant’Agata, la vergine della città di Catania, martirizzata intorno al 250, veniva celebrata ogni anno proprio in Sicilia. I prodigi da lei operati la resero così nota che la gente accorreva da ogni dove per implorare la sua intercessione.

Da qualche anno Eutichia soffriva molto a causa di un flusso di sangue. Per questo motivo, Lucia – che aveva una grande devozione per questa vergine martire, sua compaesana – convinse la madre a recarsi in pellegrinaggio alla sua tomba per chiedere la guarigione da questa malattia.

Visione celeste

Jacobello del Fiore Santa Lucia en el sepulcro de Santa Agueda PC Fermo 250x351 1

Davanti alla tomba di Sant’Agata, madre e figlia pregarono a lungo, implorando la bontà di Dio attraverso l’intercessione di una così potente avvocata.

Ma il Signore volle manifestarsi a Lucia attraverso un sogno profetico. Stanca per la fatica del viaggio, la giovane donna cadde in un sonno profondo. Mentre dormiva, le apparve Sant’Agata, circondata da un coro di angeli. Il suo volto, gioioso e sereno, risplendeva come il sole mentre diceva: “Mia carissima sorella e vergine consacrata a Dio, perché chiedi per intercessione di altri ciò che tu stessa puoi ottenere per tua madre? Ecco, lei è già guarita grazie alla fede che hai in Gesù Cristo!”.

All’udire queste parole, Lucia si alzò, ancora più convinta della sua consacrazione a Dio. Raccontò a sua madre la visione confortante e aggiunse che, per grazia di Dio, era completamente guarita dalla sua malattia. E le disse con fiducia: “Ora, madre mia, ti chiedo solo una cosa: in nome di Colui che ti ha restituito la salute, lascia che io conservi la mia verginità, che appartiene solo al nostro Creatore. Condividiamo i beni che hai preparato per le mie nozze con i poveri e avremo un grande tesoro in cielo!

Eutichia si convinse e, rientrate a Siracusa, entrambe distribuirono i loro beni tra i bisognosi, secondo le indicazioni della comunità cristiana a cui appartenevano.

La notizia giunse alle orecchie del giovane pretendente. Furioso, si recò da Eutichia e assistette con i suoi occhi alla distribuzione dei gioielli e degli oggetti preziosi di lei ai poveri. Fuori di sé, corse da Pascasio, allora sindaco della città, per accusare Lucia di praticare la religione cristiana. Iniziò così il processo che avrebbe portato questa santa a brillare nell’alto dei cieli, accanto alla nobile schiera dei gloriosi martiri!

Davanti al tribunale

Il processo della giovane coraggiosa fu edificante e strabiliante. Confutò tutte le argomentazioni e le minacce di Pascasio e il suo stesso semplice sguardo incuteva rispetto. Quando il giudice vide la serena sicurezza della prigioniera, cercò dapprima di convincerla con parole gentili a offrire sacrifici agli dei pagani. Poi, di fronte alla fede irremovibile di Lucia, passò dalle lusinghe alla più terribile ferocia.

Minacciò di mandarla in un postribolo per farle perdere la verginità, ma lei rispose:

– La violenza fatta al corpo non strappa la purezza dell’anima, se la mia volontà non acconsente. Al contrario, questa violenza mi darà due corone: la verginità e il martirio”.

Ma l’ordine del prefetto non poté essere eseguito: una misteriosa forza divina impedì ai carnefici di spostarla, nemmeno con l’aiuto di un giogo di buoi. Ostinato nel male, Pascasio fece costruire un enorme falò intorno alla santa, ma le fiamme non riuscirono a toccarla.

Sconfitto, Pascasio ordinò infine di tagliare la testa della vergine con una spada. Una gioia celestiale apparve sul suo volto quando capì che era giunto il momento dell’incontro supremo con il suo Redentore. Tuttavia, non morì in quel momento. Cadendo in ginocchio, fu accolta tra le braccia di alcuni cristiani che assistevano al suo martirio.

* * *

Il martirio di Santa Lucia rappresenta il trionfo dello spirito sulla materia, un trionfo della castità, perché mostra molto chiaramente che la forza è una qualità dell’anima più che del corpo, e che chi è casto è forte, perché ha il coraggio di non abbandonarsi a ciò a cui tende la natura, nel suo lato più animale.

Chi si abbandona al peccato diventa schiavo del peccato. Allo stesso modo, chi si abbandona a effimeri piaceri sensuali diventa schiavo della carne e perde le qualità dello spirito.

Molti uomini sarebbero più intelligenti e brillanti se fossero casti.

Così come il miglior istituto di bellezza è la virtù, il miglior centro intellettuale è la castità, perché con essa l’uomo diventa sempre più spirituale e comincia a trattare il corpo con il dovuto rispetto, dandogli solo ciò di cui ha bisogno, diventando così sempre più forte per lottare per il vero ideale: la santità.

 

Testo tratto, con adattamenti, dalla Rivista Araldi del Vangelo n. 60, dicembre 2006.

 

lascia il tuo commento

Notizie correlate