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Scienziato olandese: scienza vs fede, vince la fede

Juleon Schins è dottore di fisica molecolare, dottore di filosofia, ex professore di nanotecnologie, studi post-laurea in biofisica

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Redazione (27/07/2023 21:26, Gaudium Press) In questi giorni Religion En Libertad ha ripreso l’intervista allo scienziato e dottore in filosofia olandese Juleon M. Schins a proposito del suo ultimo lavoro, che contiene interessanti osservazioni in merito all’inesistente opposizione tra scienza e fede.

Schins ha conseguito un dottorato in fisica molecolare, un dottorato in filosofia, è stato professore di nanotecnologie, ha fatto studi post-laurea in biofisica, insomma non gli mancano i titoli per parlare di scienza e, sebbene affermi di non essere un teologo, parla di questi ambiti come un esperto. E, naturalmente, è un cattolico.

Dopo aver affermato che “non ci può essere opposizione tra scienza e fede, né reale né apparente”, lo scienziato afferma con una prospettiva storica: “Ogni volta che sembrava esserci un’opposizione tra scienza e fede, la fede ha vinto”.

E fa degli esempi:

“Come nel caso di Fred Hoyle e del suo universo eterno senza inizio. O nel caso del peccato originale: secondo la genetica, c’è stato un collo di bottiglia della specie umana 200.000 anni fa; questo può essere interpretato come la sopravvivenza di Noè e della sua famiglia. Considerato che la coppia iniziale, Adamo ed Eva, può essere vissuta fino a sette milioni di anni fa, sarebbe molto difficile dimostrare geneticamente l’impossibilità che tutta l’umanità discenda da un’unica coppia. Per quanto riguarda il caso Galileo, anche in questo caso non c’è stata opposizione: gli astronomi gesuiti erano d’accordo con lui e lo hanno persino aiutato a individuare gli errori nel suo ragionamento; sono stati i filosofi aristotelici a causare la crisi”, dice.

Ma alla fine, scienza e fede non sono settori indipendenti?

“Certamente sono settori indipendenti – risponde – nel senso che guardano la stessa realtà da punti di vista diversi. Non ho mai conosciuto una conversione alla fede da parte delle scienze quantitative, quindi non mi aspetto molto, dal punto di vista apologetico, dalle riflessioni del mio libro sulle disuguaglianze di Bell o sulla causalità quantistica…! Conosco però alcuni esempi di studiosi nella storia della Chiesa, o tra gli stessi Padri [della Chiesa], che si sono convertiti grazie alle loro conoscenze scientifiche (argomenti storici, teologici, patristici, non quantitativi), come l’americano Scott Hahn, l’olandese Cornelia de Vogel o l’ebrea tedesca Edith Stein. Conosco molti altri esempi di scienziati non credenti che si sono convertiti grazie a un amico credente e sulla base di argomenti non scientifici.

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Foto: Louis Reed su Unplash

Per quanto riguarda gli scienziati che si dichiarano atei, egli afferma che “guadagnano un bel po’ di soldi scrivendo sciocchezze su un dio che [per loro] non esiste”; e per quanto riguarda l’atteggiamento dello scienziato nei confronti del miracolo, che è una sospensione delle leggi che Dio ha stabilito per la natura, Schins afferma che dovrebbe essere “lo stesso di un non-scienziato, tranne nel caso in cui lo scienziato sia un esperto nella materia del miracolo stesso. Allora ha la sua parte di responsabilità nel convincere gli altri del carattere miracoloso dei fatti considerati”.

Da buon uomo di scienza, Schins ha raccomandato alla Chiesa di diventare esperta di statistica, che finirebbe per confermare a livello sociologico il suo perenne insegnamento: “andate per strada e cercate dati, per esempio, sulla criminalità, sulla base dell’istruzione primaria e secondaria ricevuta. Oppure, per quanto riguarda l’aborto e le unioni omosessuali, non mi concentrerei tanto sulle leggi. Maggiore è la libertà di aborto, più gli abortisti vengono smascherati. Più aumentano le adozioni da parte di coppie omosessuali, più aumentano le opportunità di tesi di dottorato che spiegano quantitativamente il loro disastro educativo-emotivo-psicologico”.

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